Matteo che è l’artefice delle disgrazie de marziano, oggi proprio non se lo può scollare di dosso, infatti dopo averlo trasformato in martire è poi diventato il suo primo nemico in casa PD
La vendetta di Marino e alle porte e l’assoluzione di Ignazio Marino da ogni accusa, èuna bella botta per il presidente -segretario, che fino a sera non aveva commentato il riscatto dell' ex sindaco. A giorni sarà un anno esatto dalla estromissione dell' ex primo cittadino della Capitale, con appena 26 firme raccattate in un notaio contro seicentomila preferenze dei Romani.
Quel modo di cacciare Marino dal Campidoglio era già un bell' esempio del modus operandi renziano, dell' escalation che colpisce il paese fin nelle sue fondamenta costituzionali. Con un evidente e originale strappo alle regole basilari della democrazia, Marino fu dimissionato dai due Matteo (Renzi e Orfini) senza neppure un confronto pubblico nell'aula solenne dell' assemblea capitolina, dando credito a delle guidate testate giornalistiche che diedero battaglia a Ignazio dipingendolo come “pecora nera del Pd” che ne chiedeva le irrevocabili dimissioni, portando a compimento il disegno di certi padroni del PD.
IGNAZINO, ieri assolto dal giudice dalle gravissime accuse di falso, peculato e truffa perché il fatto (gli scontrini) non sussiste e perché (le consulenze della Onlus) non costituisce reato.
Un disegno dei MATTEI andato a male,adatto solo alla consegna della città alla Raggi e ai suoi capi stelle. Contando ancora sulle stesse teste di giornale, per sparare cannonate contro la sindaca Raggi, senza neppure rendersi conto che le difficoltà della raggi che dimostra poca capacita è un fatto che gl’Italiani non gli perdonano, e sono ancora indecisi sul che fare il 4 dicembre.
Se nel paese dovesse prevalere l' idea che Renzi vuole far fuori chi si oppone non per governare ma per comandare, allora la notte dello scrutinio referendario potrebbe riservargli qualche brutta sorpresa.
Ora Marino può presentare il conto a Renzi, potendo contare già sugll’alleati come D’alema, Cuperlo ed gl’altri, adesso si tratterà di vedere quanto male potrà fargli, la squadra degli spodestati.
La prima telefonata ricevuta dall' ex sindaco di Roma, quella con Massimo D' Alema, ha chiarito da che parte starà Marino nella guerra mortale che oppone Renzi e il vasto schieramento del No al referendum.
Matteo si consola con una battuta: «Per farci davvero male Marino avrebbe dovuto annunciare un comitato per il Sì».
Ruisi Francesco