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domenica 4 gennaio 2015

PAPA FRANCESCO,MATTEO E L'ALTRO.







 

Papa Francesco bacchetta  Renzi  con le mani di Monsignor Galatino che ne ha anche per i sindacati, colpevoli da eccessi  di art. 18 , in alcuni casi dettati da dottrine anticristo. 
Monsignor Galatino avvisa che in guerra i morti si contano  da entrami gli schieramenti.
Matteo Renzi, da New York, sfoggia la consueta arroganza fiorentina , “Siamo pronti, se servirà, a fare battaglie in Parlamento e a sfidare i poteri forti, anche se più dei poteri forti temo i pensieri deboli”. E subito arriva la Chiesa italiana a dettargli la linea, con monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, che gli dice: “Basta slogan, è ora di pensare alle persone”.
 Una doccia fredda su Renzi che pensava che bastavano  le virtù di Marco  Carrai  per tenere a bada la Chiesa italiana che  giunge inattesa ed è un problema in più per Matteo, che domani torna in Italia e comincerà a giocarsi la partita più importante, quella promessa fatta in America. 
Il ministro del Lavoro Poletti si dice convinto che il governo non cadrà sul Jobs Act, ma il primo passaggio sarà, lunedì, la direzione del Pd dove Renzi dovrà portare a casa il via libera del suo partito. I numeri sono dalla sua parte, resta da vedere quanti saranno i senatori che sosterranno i sette emendamenti già presentati. 
Silvio azzurro e pronto a tirare giù le scialuppe di salvataggio, anche se imbarazza i renziani, Matteo  tiene viva,l’amicizia del cavaliere.
                                                                                            Ruisi Francesco



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