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domenica 9 febbraio 2014

Cassazione e sicurezza sul lavoro: la responsabilità del datore di lavoro cessa solo col rischio elettivo. Il concetto di "preposto"





Corte di Cassazione Civile, sezione lavoro, sentenza n. 2455 del 4 Febbraio 2014. La sentenza in oggetto offre numerosi spunti di riflessione sul tema della prevenzione degli infortuni sul lavoro. In generale, nel nostro ordinamento, è onere del datore di lavoro (o della persona da lui nominata) provvedere alla sorveglianza diretta dei sottoposti, al fine di evitare che gli stessi operino senza quelle precauzioni necessarie a garantire la loro sicurezza. 

Ciò poiché il datore di lavoro è sempre responsabile nei confronti del lavoratore, sia quando quest'ultimo ometta di adottare le opportune precauzioni (ad esempio, indossando caschetto, occhiali, calzature e guanti protettivi), sia quando il primo ometta del tutto la vigilanza circa l'adeguamento dei dipendenti alla normativa vigente. Il datore di lavoro va esente da responsabilità solo nel caso in cui venga integrato il c.d. "rischio elettivo", intendendosi con tale termine la circostanza per cui, con un comportamento assolutamente imprevedibile e abnorme, il dipendente agisce provocando danni a se stesso e ad altri. L'onere di provare la sussistenza del rischio elettivo grava sul datore di lavoro.

Nel caso di specie l'infortunio è stato causato dalla caduta di un operaio, impegnato nell'esecuzione di alcune opere di montaggio e smontaggio, da un'impalcatura. Per questo tipo di lavoro è indispensabile che il soggetto sia dotato di cintura di sicurezza, debitamente agganciata, qualora non sia possibile disporre di impalcature di protezione o di parapetti. Se dagli atti di causa - attinti anche dal correlato procedimento penale - risulta che il lavoratore svolgeva la propria attività senza indossare né osservare idonee misure di prevenzione, allora la responsabilità dell'infortunio resta totalmente a carico del datore di lavoro. Relativamente al riparto di responsabilità tra datore e altri responsabili afferma la Suprema Corte che "ai fini della ripartizione di responsabilità stabilita, in via gerarchica, tra datore di lavoro, dirigenti e preposti, la figura del preposto ricorre nel caso in cui il datore di lavoro, titolare di una attività aziendale complessa ed estesa, operi per deleghe secondo vari gradi di responsabilità, e presuppone uno specifico addestramento a tale scopo oltre al riconoscimento, con mansioni di caposquadra, della direzione esecutiva di un gruppo di lavoratori e dei relativi poteri per l'attribuzione di compiti operativi nell'ambito dei criteri prefissati". Il termine "preposto" non può quindi essere esteso all'operaio professionalmente più anziano della squadra, il quale, sebbene conservi esperienza maggiore rispetto agli altri dipendenti, non gode di delega apposita né si è impegnato in specifico addestramento da capo squadra con i poteri di direzione e controllo esecutivo che ne derivano.

                                                                                       Ruisi Francesco





sabato 8 febbraio 2014

Cancelliamo la famiglia è roba da fascisti.Parola di ministro


 attacco alla famiglia.

Che la linea della sinistra e stata storicamente anticristiana lo si era capito.
Ma ora le ministre  fanno cacca dei valori che la cristianità  ci insegna  sulla famiglia, prima la Kyenge,con le proposte  di eliminare i pronomi Papà e mamma, sostituendoli con genitore 1 e genitore 2.  Ora e andata all’attacco anche la ministra  Maria Chiara Carrozza che dice :
ha che servono i genitori?        Praticamente a nulla, madre o padre, genitore 24 o genitore 32, è tutto uguale. E la famiglia, ma sì la famiglia, un concetto vago, da vecchi bacucchi, superato dai tempi, nostalgico e magari anche un po’ “fascista”.

Adesso c’è la corsa a chi la spara più grossa. E non sono solo gli esponenti di seconda fila dei partiti, che sgomitano per finire sui giornali e avere uno sprazzo di notorietà, ma anche chi ha funzioni istituzionali molto alte, come i membri del governo Letta. L’ultima bordata assurda, irricevibile, arriva dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza. Che in premessa avverte:   «Il ruolo materno e paterno tradizionali ormai si alternano». Per poi svilire le figure dei genitori: «Non sono per estremizzare e cancellare, ad esempio, la festa del papà», dice in un’intervista a Rai News.  «Ma neanche per calcare la mano. La famiglia ideale in questo momento non esiste, forse non è mai esistita. Bisogna stare molto attenti a enfatizzare la struttura familiare ideale».
Un ulteriore regalo all’azione distruttiva (l’obiettivo è dire che la famiglia è ormai uno stereotipo e come tale va annullata alla radice) iniziata dal suo partito, il Pd, e condotta con forza da tutta la sinistra. Un’azione che smantella i princìpi sui quali si fonda la società italiana. Quindi, per un calcolo politico, vengono cancellate le identità di padre e madre. I genitori però devono ringraziare la ministra democratica Carrozza per la sua magnanimità: cercherà di non eliminare la festa della mamma e nemmeno quella del papà. E magari, in queste due date, con uno sforzo enorme, consentirà agli insegnanti di permettere agli alunni delle elementari di preparare qualche regaluccio ai genitori.
Considerazione estremamente gravi in virtù del fatto che la ministro carrozza e connessa con la scuola  dove   di norma si mandano i bambini  per educarli anche ai valori cristiani e di famiglia, gli stessi che hanno ispirato i termini della costituzione ITALIANA.
                                                                                  Ruisi Francesco

giovedì 6 febbraio 2014

Concorso pubblico per insegnanti e personale ATA: 2014 – 2015 – 2016

Concorso pubblico per insegnanti e personale ATA: 2014 – 2015 – 2016

E’ di poche ore fa la notizia,secondo la quale,il ministro dell’istruzione ,della ricerca e dell’Università ha reso noto il nuovo piano per le assunzioni previste nel 2014/2015.Per tale anno scolastico,è previsto l’inserimento e l’assunzione di circa 12.625 insegnati e 4.317 Ata,ai quali si aggiungono anche circa 1.605 insegnanti di sostegno.

La seguente notizia sembra davvero molto ma molto accattivante ed interessante.Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta,studiamone insieme le modalità e cerchiamo di capire quali siano requisiti fondamentali per poter accedere a lavori in edifici scolastici.

Se non ci saranno modifiche legislative al sistema di reclutamento nella scuola, i posti di lavoro per insegnanti e ATA saranno coperti prelevando il 50%  alle graduatorie  (cui fanno parte circa 160.000 precari) e il restante 50% attraverso concorsi pubblici.

Purtroppo non è stato ancora realizzato un comunicato ufficiale,ma il ministero delle istruzioni ha specificato che le assunzioni si faranno,ciò che restano ancora incerti sono i tempi.
Per tanto è già stata attivata  la richiesta di copertura finanziaria oltre che un’attenta analisi di verifica,di disponibilità di cattedre,regione per regione.I requisiti base che saranno richiesti ai candidati,aspiranti insegnanti:

  • Possesso di una laurea o un diploma del vecchio ordinamento
  • ottima conoscenza della lingua italiana,più una lingua straniera a scelta
  • forte predisposizione e amore verso l’insegnamento e il pieno rispetto delle regole scolastiche
  • assenza di condanne penali
Per quanto concerne le mansioni del personale ATA, non sono ancora stati resi noti i requisiti precisi. Ci sembra inoltre doveroso ricordare che le assunzioni tramite scorrimento graduatorie o concorsi per il prossimo anno scolastico dovranno chiudersi entro il 31 agosto 2014 e che per quanto riguarda il  nuovo concorso dovremo aspettare comunicazioni ufficiali dal Ministro Maria Chiara Carrozza.

Se desiderate ottenere maggiori informazioni sul concorso, consultate le news del Ministero dell’Istruzione e dell’Università direttamente facendo click qua.
A breve verrà reso ufficializzato il concorso all’interno del portale ufficiale.

martedì 4 febbraio 2014

Approvato il decreto svuota carceri: queste le principali misure


Approvato il decreto svuota carceri: queste le principali misure

Nel comunicato stampa diffuso dal Consiglio dei Ministri si legge come il testo del decreto approvato nella seduta del 17 dicembre scorso nasca dalla necessità di restituire alle persone detenute la possibilità di un effettivo esercizio dei diritti fondamentali e di affrontare il fenomeno dell’ormai endemico sovraffollamento carcerario, nel rispetto delle fondamentali istanze di sicurezza della collettività. Pertanto, tenendo conto anche delle sollecitazioni provenienti dal Presidente della Repubblica, dalla Corte costituzionale e dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo, si introduce un pacchetto di misure che operano su distinti piani, con l’obiettivo principale di diminuire, in maniera selettiva e non indiscriminata, il numero delle persone ristrette in carcere.

Tale  obiettivo viene perseguito attraverso misure dirette ad incidere sia sui flussi di ingresso negli istituti di pena che su quelli di uscita dal circuito penitenziario.
Tra le principali misure adottate vanno ricordate le seguenti:
a) con riguardo alle ipotesi di lieve entità in materia di stupefacenti viene prevista una nuova ipotesi di reato in luogo della previgente circostanza attenuante. Infatti, per il sistema del bilanciamento delle circostanze che poteva comportare l’azzeramento di quella attenuante legata alla lieve entità del fatto si arrivava spesso a pene molto alte e sproporzionate. La norma prevede comunque una riduzione, nel massimo, della pena edittale;
b) per quanto attiene all’affidamento terapeutico si interviene per ampliare le ipotesi concessione anche ai casi di  precedenti violazioni (come indicato dalla Corte Costituzionale) che, ovviamente continuano ad essere sottoposte alla valutazione del giudice;
c) per quanto riguarda la liberazione anticipata si amplia il beneficio dell’aumento dei giorni di detenzione (da 60 a 75) per ciascun semestre di pena espiata. L’applicazione retroattiva comporta una contenuta anticipazione di una uscita che si verificherebbe comunque in tempi brevi. Non si tratta di una misura automatica e non si determina una liberazione immediata (in massa) di un numero rilevante di detenuti, ma è spalmata nel tempo e comunque sottoposta alla rivalutazione del giudice che deve verificare il corretto comportamento dei detenuti. Inoltre per i reati più gravi previsti dall’art. 4bis dell’ord. Pen. è richiesta una motivazione rafforzata per giustificare la riduzione.
Nel testo del provvedimento in oggetto, si provvede anche a rafforzare gli strumenti di tutela dei diritti delle persone detenute:
a) viene istituita la figura del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o comunque private della libertà personale (intervento, quest’ultimo, senza alcun onere per la finanza pubblica);
b) viene previsto un nuovo procedimento giurisdizionale davanti al magistrato di sorveglianza (caratterizzato da meccanismi diretti a garantire l’effettività delle decisioni giudiziarie, nella prassi troppo spesso inevase) finalizzato a garantire ai detenuti e internati la tutela dei loro diritti;
c) vengono introdotte norme dirette a semplificare la trattazione di alcune materie di competenza della magistratura di sorveglianza, sulla quale graverà, in termini organizzativi, il peso dell’intervento d’urgenza.
Si interviene inoltre sulla disciplina della espulsione per detenuti non appartenenti alla UE attraverso un ampliamento della platea dei potenziali destinatari della misura e mediante un più efficace coordinamento dei vari organi coinvolti nell’iter procedurale (secondo statistiche del Ministero della giustizia al 30 luglio 2013 su 22.812 detenuti stranieri circa 18.000 erano non UE).
Con riguardo alle misure introdotte per affrontare il problema del sovraffollamento carcerario è stato sottolineato come queste non segnino affatto un generalizzato depotenziamento della risposta giudiziaria penale, presupponendo, anzi, sempre e comunque, una valutazione da parte del giudice. Si fa il caso, ad esempio, della c.d. liberazione anticipata speciale, che, oltre a costituire un istituto temporaneo, in realtà realizza il mero ampliamento della portata di un beneficio già presente nell’ordinamento penitenziario, anticipando un effetto, quello della liberazione, che comunque si produrrebbe.
Restano ferme, peraltro, le misure di rigore nei confronti delle forme più aggressive di criminalità organizzata, mentre gli istituti di favore introdotti non impediscono, in caso di successive condotte negative da parte dei beneficiari, di attivare efficaci meccanismi reattivi, impedendo ogni successivo accesso a soluzioni di tipo premiale.
                                                       
fonte: diritto.it

sabato 1 febbraio 2014

Spedali Civili: concorso per 20 infermieri a tempo indeterminato.


L’Azienda Ospedaliera  Spedali Civili di Brescia apre un concorso pubblico, per titoli ed esami, per 20 posti di Collaboratore Professionale Sanitario – Infermiere, categoria D. Vediamo di seguito quali sono i requisiti richiesti e le modalità di esame. 
La domanda di partecipazione deve essere presentata entro e non oltre il 10 febbraio 2014. 


I requisiti necessari per accedere alla selezione sono i seguenti: 
cittadinanza italiana o di uno dei Paesi dell'Unione Europea;
idoneità fisica all'impiego, piena e incondizionata;
possesso del Diploma Universitario di infermiere e iscrizione al relativo Albo Professionale.

Per legge, non sussiste nessun limite massimo di età, fatto salvo il limite previsto per il collocamento a riposo d'ufficio. Non possono accedere all'impiego coloro che siano stati esclusi dall'elettorato attivo nonché coloro che siano stati dispensati dall'impiego presso una pubblica amministrazione.

Prove d’esame
L'Azienda effettuerà una preselezione che consisterà in una prova scritta basata su una serie di domande a risposta multipla sulle materie delle prove concorsuali. Giorno, ora e sede di svolgimento della preselezione ed elenco dei candidati saranno pubblicati sul sito internet aziendale nella sezione Concorsi. 

Verranno ammessi alla procedura concorsuale non più di 400 candidati.

Le materie d’esame sono: 
igiene e tecnica ospedaliera;
assistenza infermieristica;
elementi di legislazione sanitaria nazionale e regionale;
disposizioni normative vigenti relative alla prevenzione della corruzione (Legge 6 novembre 2012, n. 190);
codice di comportamento dei dipendenti pubblici (d.p.r. 16 aprile 2013, n. 62);
codice disciplinare dell’Azienda (pubblicato nel sito internet aziendale).

Le prove d’esame sono tre:
quella scritta, verterà sulla soluzione di quesiti a risposta sintetica;
la prova pratica prevede l’esecuzione di tecniche specifiche o la predisposizione di atti connessi alla qualificazione professionale richiesta;
infine, la prova orale verterà sulle materie sopra elencate e comprende anche la verifica della conoscenza di elementi di informatica e della conoscenza, almeno a livello base, della lingua Inglese.

La domanda di partecipazione deve essere presentata entro e non oltre il 10 febbraio 2014, esclusivamente con le modalità indicate nell’Allegato 1 del Bando (registrazione e iscrizione on-line, stampa e invio con relativi allegati compreso copia documento di identità indicato nei dati di iscrizione) su carta semplice.


500 giovani per la cultura: concorso semplificato e bando prorogato

500 giovani per la cultura: concorso semplificato e bando prorogato

500 giovani per la cultura. Questo é il motto del progetto messo in cantiere dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il Mibac ha infatti emanato un concorso per l’inserimento di 500 laureati da formare, per la durata di 12 mesi, nelle attività di inventariazione e di digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, presso gli istituti e i luoghi della cultura statali.

Il bando, in seguito alle critiche rivolte da tantissimi giovani su due punti principali, voto di laurea e attestazione internazionale della conoscenza della lingua inglese, é stato modificato dal ministro Bray, che ha anche deciso di prorogarne la scadenza al 14 febbraio 2014.

Cosa è cambiato nel bando?

Il requisito del voto minimo di laurea per accedere è stato abbassato: da 110 a 100, ma la priorità sarà data agli studenti più meritevoli, che hanno conseguito il titolo con il massimo dei voti;
è stato eliminato il vincolo che prevedeva l’obbligo di certificare il possesso di un determinato livello di competenza linguistica per l’inglese;
è stata introdotta la possibilità di un periodo di assenza di 15 giorni per motivi di studio e, nel caso di impegni di studio più lunghi, è possibile la sospendere fino a 3 mesi del tirocinio;
l’impegno dei partecipanti per le attività di formazione è stato fissato nella misura di 600 ore annue.

Come fare domanda?
Dal 14 dicembre 2013 il candidato ha potuto accreditarsi alla procedura di selezione grazie all’applicazione informatica.
Il secondo passaggio sarà ora compilare ed inviare la domanda per via telematica entro il 14 febbraio 2014 alle ore 14.

ALLEGATI
Bando
Domanda

KIKO Make up: posizioni aperte per 21 figure professionali


KIKO Make up: posizioni aperte per 21 figure professionali

KIKO è un famoso marchio che opera nel settore della cosmetica e della bellezza dal 1997 in Italia, fondato dal Gruppo Percassi, brand italiano che offre una vasta scelta di prodotti come trucchi e prodotti per la cura della pelle del viso e del corpo. In soli 4 anni Kiko ha aperto quasi 300 negozi tra Italia, Spagna,Germania, Francia e Portogallo. 




Attualmente KIKO è alla ricerca  di figure professionali con i seguenti requisiti:

Addetti Vendita

Estroversi
Positività
Forte propensione al contatto con il pubblico
Flessibilità oraria
Disponibilità a turni serali e mattutini
Diploma
Preferibilmente, esperienza nel ruolo
Passione per l’universo della bellezza e del make-up
Doti di vendita
Buona capacità di team-working

Store Manager
Dinamismo
Intraprendenza
Esperienza di almeno 3-4 anni nel ruolo
Preferibilmente, provenienza dal settore cosmesi e/o profumeria
Ottima presenza

Make-Up Artist

Diploma di Trucco
Forte propensione alla vendita
Esperienza in analoga posizione presso catene di make up/skin care
Creatività
Attenzione alle ultime tendenze
Passione per l’universo della bellezza e del make-up
Abilità manuale
Sensibilità estetica
Doti di vendita
Buona capacità di team-working

Per maggiori informazioni o per inviare la tua candidatura clicca sulla posizione di tuo interesse: