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martedì 28 gennaio 2014

TAGLIO DEL CUNEO FISCALE, ennesima presa per il culo


TAGLIO DEL CUNEO FISCALE,  ennesima presa per il culo
Nelle buste paga del 2014 degli italiani ci saranno aumenti irrisori. I  14 euro sono solo riservati a chi ha imponibile lordo di appena 20mila euro annui.
 Il tanto sbandierato  taglio del cuneo fiscale del governo Letta, e solo una bluff. Avendo simulato i calcoli  considerando  le busta paga di tre lavoratori tipo,  divisi per classi di reddito: 20, 35 e 50 mila euro lordi,   nelle buste paga del 2014 il massimo al quale si può auspicare  è poco più di 12 euro il mese, che, moltiplicati per 13 mensilità, permette all’anno un aumento da 168,00 euro. E considerando l’imponibile Irpef c’è anche chi ci perde.
Insomma, il taglio del cuneo fiscale alla fine vale ben poco solo  pochi euro, che spesso non si vedono nemmeno perché “mangiati” dalle addizionali locali.
Infine si può azzardare che questo taglio al cuneo fiscale e solo una delle tante trovate pubblicitarie del Governo Letta.
                                                                                          Ruisi Francesco

domenica 26 gennaio 2014

ITALIA - AREA DI GUERRA




L’ITALIA UMILIATA E DERISA 

L’Italia deve ritenersi sotto attacco, con il caso  dei due marò italiani.
Accusati di aver ucciso due pescatori indiani,  la vicenda si rivela torbida sin dagli inizi in una miscela di toni sensazionalistici.
Storia iniziata il 15 febbraio 2012 quando dalla Enrica Lexie, petroliera privata protetta dalla Marina militare italiana, partono i colpi che uccideranno Ajesh Binki (25 anni) e Valentine Jelastine (45), le vere vittime di questo vicenda.   Da lì in poi, ci si imbatte in ricostruzioni inventate, notizie nascoste e non verificate, doppie versioni costruite dalla Farnesina e dalla stampa compiacente, un ruolo ambiguo della farsa politica, diplomatica e umana, dello scontro con il gigante indiano.
Una vicenda che mette in mostra un'Italia debole e inetta dal punto di vista della politica internazionale. Iniziata perchè i marò hanno ucciso due pescatori indiani, ormai più di un anno fa, mentre erano  in servizio anti-pirateria dopo essere stati attaccati dai veri pirati, trovano nella loro traiettoria di fuoco, i due giovani indiani, poi vallo a capire se erano pescatori, e di cosa.
Intanto, Massimiliano La torre e Salvatore Girone sono trattenuti in India da quasi due anni e dal gennaio scorso ospiti dell'ambasciata italiana a Delhi, in libertà su cauzione. Ora rischiano di venir processati secondo una legge che prevede la pena di morte. «Narendra Modi, il nazionalista indù che vuole la testa dei marò, potrebbe diventare il prossimo premier indiano, dopo le elezioni di maggio».
 Nel fra tempo suonano ambigue le  feste in onore dell’india del nostro ambasciatore, che  il 24 e 25 novembre ha guidato una missione italiana nello stato indiano del Gujarat, dove Modi governa da 13 anni. «Nella prospettiva del rafforzamento della presenza economica-commerciale in India» scrive il sito della nostra ambasciata. Non si fa alcun cenno al caso dei marò.
 Le imbarazzanti posizioni dell’ambasciatore italiano che lancia la candidatura a premier del governatore del Gujarat. Il discusso leader indù, accusato di aver istigato un pogrom contro i musulmani costato mille morti.
Quindi, Mancini il nostro ambasciatore fa campagna a favore del candidato premier che pubblicamente si è espresso a favore della pena di morte ha danno dei nostri marò. Contestando perfino  «il privilegio» della libertà provvisoria concessa ai marò.
 Se i marò venissero giudicati secondo il codice penale indiano sarebbe previsto sia l'ergastolo che la pena capitale.
Ora l’Italia è chiamata a decidere se sacrificare i marò nel nome dell’intercorsi interessi economici, o pensare  come fece la Francia e L'Inghilterra. Infatti ci sono tutte le condizioni per ritenere  L’Italia sotto attacco in quanto l’india si è resa colpevole  di avere  preso prigionieri due militari Italiani nelle funzioni del loro servizio,di antipirateria, comandatogli dallo Stato Italiano. Quindi e quasi obbligata a dare un’ultimatum, a pena Intervento  Difesa Militare.
                                                                                 Ruisi Francesco    

martedì 21 gennaio 2014

E se..................... il Sindaco ci ripensa.




E se.......... il Sindaco ci ripensa.

Con l’annunciato azzeramento della giunta, il  sindaco Sebastiano Bonventre mette in allerta  tutti i pesci, piccoli e grandi.   Ma se uno più uno fa due, quale convenienza può trovare il Sindaco ad imbarcare, i pesce cani, che potrebbero divorarlo? . Al tal proposito, ........... e se il sindaco rimanda  a luglio,quando le acque si saranno intorbidite ancora di più?, infatti,  nonostante gli assessori già si sentono con i mandati ritirati e non vanno alle convocazioni di giunta, il sindaco riflette, torcendo il naso proprio a chi lo ha proposto, dimostrando carattere, indipendenza e intelligenza. E ancora tutti questi sedicenti leader di piazza  che sanno solo insultare e criticare perché deve rimanere ad ascoltarli?.
Oggi l’unica cose sensata e pensare seriamente all’azione di governo cittadino, è mettere a fuoco le soluzioni per questa crisi che incombe la nostra città.
                                                                                                  Ruisi Francesco    

giovedì 16 gennaio 2014

Concorso in Guardia di finanza Bando per 53 allievi ufficiali


Concorso in Guardia di finanza  Bando per 53 allievi ufficiali
E’ stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 3 gennaio il bando di concorso, per esami, per l’ammissione di 53 allievi ufficiali del “ruolo normale” al primo anno del 114° corso dell’Accademia della Guardia di Finanza, per l’anno accademico 2014-2015.
Al concorso possono partecipare i cittadini italiani nati tra il 1992 e l’1 gennaio 1997 e siano in possesso del diploma di istruzione secondaria di secondo grado che consenta l’iscrizione a corsi di laurea specialistica o magistrale, ma anche coloro che, pur non essendo in possesso del previsto diploma alla data di scadenza per la presentazione delle domande, lo conseguano nell’anno scolastico 2013/2014.

La domanda di partecipazione va compilata esclusivamente mediante la procedura informatica disponibile nella sezione  Concorsi Online” del sito della Guardia di finanza, entro il 3 febbraio 2014.

Mega incentivi per l'uscita. E scatta la gara fra i dipendenti per licenziarsi

Mega incentivi per l'uscita. E scatta la gara fra i dipendenti per licenziarsi


Nel martoriato mercato del lavoro italiano alle prese con un tasso di disoccupazione che a novembre ha toccato il record del 12,7%, succede anche questo.

La richiesta è superiore di oltre due volte rispetto all'offerta e potrebbe crescere ulteriormente nel corso della settimana.

Non si tratta di un'emissione obbligazionaria, ma del risultato parziale (c'è tempo fino al 20 gennaio prossimo per proporsi) del piano di 32 esuberi annunciato a fine 2013 da Ing Direct Italia: ad oggi, secondo quanto risulta a MF DowJones, le candidature giunte su base volontaria sarebbero circa una settantina.

I lavoratori del colosso del credito olandese sono diventati tutti pazzi? No, perché l'incentivo proposto per fare le valigie e mettersi a cercare un altro lavoro è decisamente d'oro.


La banca online guidata in Italia dal general manager Damiano Castelli ha messo infatti sul tavolo ben 26 mensilità lorde dello stipendio, corrisposte con una tassazione agevolata, oltre a una mensilità ulteriore per carichi familiari.
Non solo. Per l'intera durata residua del finanziamento, viene anche garantito il mantenimento delle condizioni da dipendente di eventuali mutui ipotecari sottoscritti con Ing Direct, sui quali viene applicato uno spread dello 0,40% (oggi la media di mercato oscilla tra il 2,5% e il 3%, ndr).

Agli esodati verrà inoltre mantenuta la polizza sanitaria per tutto il 2014 e, in più, sarà infine fornito un servizio di outplacement, per la durata di 12 mesi, fornito da una nota società di ricollocamento. Che dire: non stupisce che in molti a Ing ci abbiano fatto più di un pensierino.
                                                                                        Ruisi Francesco


fonte.twitter@andreadeugeni

Tirocinio all'ECDC: stage retribuito 1200 € più rimborso spese



Tirocinio all'ECDC: stage retribuito 1200 € più rimborso spese

Due volte l’anno l’ECDC, Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, offre uno stage da 3 a 6 mesi con una retribuzione di € 1.200 e il rimborso delle spese di viaggio. Possono fare domanda anche i candidati qualificati per mansioni di supporto, come IT, comunicazioni interne, budget, project management e amministrazione del personale.
Il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie offre l'opportunità, a studenti nei settori quali medicina, statistica, biologia e altre materie scientifiche, per i laboratori dell'ente a Stoccolma, in Svezia.

Requisiti:
essere cittadini di uno Stato UE;
essere in possesso di una laurea almeno di primo livello;
conoscere molto bene almeno due lingue ufficiali UE, di cui una deve essere obbligatoriamente l’inglese;
non aver già effettuato tirocini presso istituzioni dell’UE;
non essere già impiegati presso istituzioni dell’UE.

Competenze
Tra le competenze più richieste ai candidati ci sono Microbiologia, Epidemiologia, Scienze Sociali, Statistica e altre discipline associate alle attività dell’ECDC. Possono fare domanda anche i candidati qualificati per mansioni di supporto, come IT, comunicazioni interne, budget, project management e amministrazione del personale.

Scadenze
I tirocini possono essere svolti in due diversi periodi dell'anno, con relative scadenze il 30 gennaio di ogni anno per la prima metà e il 30 aprile di ogni anno per la seconda. Le candidature vanno inviate a traineeship@ecdc.europa.eu

ALLEGATI
Bando


mercoledì 15 gennaio 2014

Palermo, il tribunale affida un minore a una coppia gay

La presidente palermitana di Arcigay: “È un segnale importante”

Dopo l’equiparazione, decisa dall’Ars delle coppie di fatto alle famiglie, il tribunale dei minori di Palermo ha affidato un ragazzo di 16 anni ad una coppia di uomini iscritti nel registro delle unioni civili.
Formalmente l’affidamento è dato ad uno dei componenti della coppia. Il giovane proviene da una famiglia che vive un grave disagio sociale. I due affidatari si erano rivolti al Comune per tentare di prendersi cura di un minore e in quegli uffici hanno appreso della storia del ragazzo cominciando a interessarsi per le pratiche di affdo. Nel novembre scorso il tribunale di Bologna aveva preso un’analoga decisione, affidando una bimba di tre anni a due uomini, suscitando reazioni e polemiche. Nel gennaio dello scorso anno la Cassazione sentenziò che ”un minore può crescere in modo equilibrato anche in una famiglia gay”. Né vi sono ”certezze scientifiche o dati di esperienza” che provino il contrario.
La Suprema Corte respinse il ricorso di un musulmano dando il via libera all’affido di un bambino a una coppia formata da due donne, stabilendo che ”il mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale” dà ”per scontato cio’ che invece e’ da dimostrare, ossia la dannosita’ di quel contesto famigliare”. Alcuni casi di affido a coppie gay sono, quindi già noti, ma questo di Palermo sembra essere il primo in Sicilia.
Massimo e Alessandro, professionisti over 40, hanno mostrato, alle persone con cui hanno parlato, gioia perche’ ”finalmente il tribunale ci ha affidato in via definitiva l’adolescente”. Il presidente di Arcigay Palermo Daniela Tomasino dice: “È un segnale, stiamo andando verso la normalizzazione di qualcosa che è già una realtà. Proporsi in affido è un modo per dare una mano a qualcuno che ha bisogno di un sostegno, che la famiglia naturale non può dare, ed è quello che hanno fatto i due uomini, anche se la strada da fare c’è”.
”La pratica dell’affido – continua – si è conclusa da poco. Prima c’è stato un affidamento di prova e poi un’ attenta valutazione da parte degli psicologi e dei giudici che hanno deciso l’affido definitivo”. “Sono contenta che loro abbiano voluto far conoscere la loro storia- aggiunge – perché la realtà è diversa dalle norme giuridiche. Le persone vivono, creano famiglie e chiedono in affido minori. Condivido le parole di un conservatore inglese che dice che disapprovare omofobia è stupido, è come disapprovare la pioggia”.

Fonte : Il sito web Si24  

lunedì 13 gennaio 2014

Sei etero fai schifo………… e chic essere GAY!!!!


Sei etero fai schifo………… e chic essere GAY!!!!
La rivoluzione siciliana passa proprio dal sesso, pare che il Vizietto e chic altro che lupare e fuitine.
Crocetta Rosario  combatte la sicilianità  < onori,rispetti,mafiosità> mettendo  a primo posto  gli omosessuali ora e tempo di riscatto:  mutui agevolati, rendite e vitalizi  a coppie di fatto rigorosamente omosessuali.
 È il vizio delle amministrazioni rosse: chi non è minoranza da tutelare perde i diritti

Sei etero, per te niente diritti, vuoi essere normale, ora piangi, perchè ai Gay servono aiuti per il riscatto sociale. Infatti dopo tutti questi anni di soprusi omofobici i Gay  presentano il conto, € 400,00 MENSILE   Cosi, finalmente,  una coppia gay che vuol coronare il proprio sogno d'amore,  può farlo.
La sinistra radical chic. Che nella Sicilia guidata da Rosario Crocetta, governatore gay dichiarato, fa il colpaccio: mutui agevolati alle coppie di fatto e quindi a i gay.
Non sia mai che si discriminino gli omosessuali, che far leggi ad hoc per loro va di moda.
 Oggi ad essere messa in discussione è la normalità della famiglia i valori trasmessi dai genitori,dai nonni e dai PAPI.  «Ma l'impresa eccezionale dammi retta è essere normale». Ed è davvero diventata un'impresa, quasi una colpa, far parte di quella maggioranza di eterosessuali che credono nella famiglia come tradizione e Chiesa la disegnano, che magari si sposano, che generano anche dei figli.
  Il governatore Crocetta, da un po' di tempo, è in affanno, il suo smalto da un po' si è sbiadito, la ribalta nazionale lo ha abbandonato.  Ed ecco l’idea come riconquistare riflettori e visibilità?  usando i gay come spot.   Detto fatto,  inserire due articoli nella finanziaria siciliana,  quali? :  COPPIE DI FATTO.
 A loro, se iscritte da almeno un anno al registro delle unioni civili, si estende la possibilità di accedere ai mutui agevolati per la prima casa, rendita mensile  di € 400,00; a loro si allargano anche tutti i benefici per le famiglie previsti dalle norme siciliane. Si dice coppie di fatto, ma si legge omosessuali.
E, infatti, Crocetta esulta: «Siamo i primi in Italia, ora renderemo obbligatori i registri delle unioni civili in tutta la Sicilia, l'Italia è l'unico Paese europeo avanzato che non ha una disciplina avanzata su coppie di fatto e gay. È un fatto di civiltà, e se non si fa si escludono delle persone dai diritti».

Quello su cui Crocetta glissa è che lo stanziamento per questa novità è di appena tre milioni di euro. E dimentica anche di dire che, allargando a coppie di fatto, gay inclusi, la possibilità di accedere al diritto, il risultato sarà che ci saranno pochi spiccioli per tutti, soprattutto per le coppie sposate. Insomma, un mezzo bluff. Con l'aggravante che per garantire il diritto di pochi si discrimina la maggioranza. E che di pochi si tratti, non in Sicilia ma in Italia, lo dicono i numeri: i registri delle unioni civili, istituiti in 137 Comuni, sono stati un flop, appena 2mila persone, in tutta Italia, si sono iscritte sino allo scorso giugno. E tra gli iscritti le coppie gay non sono nemmeno la maggioranza.  Intendiamoci, nulla contro coppie di fatto e omosessuali. Ognuno in casa sua, nel suo letto, si regola come crede, e ben vengano provvedimenti legislativi che diano garanzie giuridiche e di tutela dei diritti a queste persone. Ma un conto è la libertà di tutti, altro è la discriminazione alla rovescia delle famiglie «regolari» che sembra diventato il leit-motiv degli amministratori di sinistra. Chi è etero, magari sposato, beh, peggio per lui, si vergogni un po', non è politically correct, così come la sinistra intende. Le corsie preferenziali non si addicono ai «normali», troppo banali e fuori moda. La sinistra, per sponsorizzarsi, ha bisogno di «diversità» da tutelare. Chi non si adegua ai tempi non ha scampo.”

                                                                                          Ruisi Francesco



domenica 12 gennaio 2014

Polizia di Stato: bando di concorso per 7563 posti



Polizia di Stato: bando di concorso per 7563 posti

Pubblicato sul Bollettino Ufficiale del personale il bando di concorso a 7563 posti per l’accesso al corso di formazione professionale per la nomina alla qualifica di Vice Sovrintendente, 4579 posti sono riservati agli assistenti capo. L'ultimo giorno utile per la presentazione delle domande è il 22 gennaio 2014. 

I posti sono relativi alle vacanze disponibili nel periodo compreso tra il 31 dicembre 2004 ed il 31 dicembre 2012 ed è ripartito, sulla base delle vacanze disponibili al 31 dicembre di ogni anno, secondo tabella allegata.

Requisiti per l’ammissione 
Può partecipare al concorso riservato agli assistenti capo, il personale con la qualifica di assistente capo che ricopra, alla data del 31 dicembre 2012, una posizione in ruolo non inferiore a quella compresa entro il doppio dei posti complessivamente loro riservati, fermo restando il possesso della stessa qualifica al 31 dicembre di ogni anno.


Può partecipare al concorso riservato agli assistenti ed agenti con quattro anni di servizio, il personale del ruolo degli assistenti ed agenti della Polizia di Stato che abbia compiuto quattro anni di effettivo servizio alla data del 31 dicembre di ciascun anno.
Sono esclusi dal concorso coloro che:

·         nel biennio 2011- 2012, abbiano riportato un giudizio complessivo inferiore a "buono" (all’atto della compilazione del foglio notizie elettronico, qualora il candidato non sia in possesso del giudizio del rapporto informativo relativo ad uno o più anni sopraindicati, potrà selezionare la voce “in fase di compilazione”);
·         nel periodo compreso tra il 23 gennaio 2012 ed il 22 gennaio 2014 abbiano riportato sanzioni disciplinari più gravi della deplorazione
·         siano in atto sospesi cautelarmente dal servizio. Qualora, successivamente alla trasmissione della domanda, venisse inflitta al candidato la suddetta sospensione cautelare dal servizio, dell’adozione di tale provvedimento dovrà essere data immediata comunicazione a questo Ufficio.

Domande di partecipazione 
Le domande di partecipazione al concorso andranno presentate dai candidati utilizzando esclusivamente la procedura presente sul sito: https://concorsips.interno.it seguendo le istruzioni ivi specificate, entro e non oltre il 22 gennaio 2014.

Per eventuali problematiche relative alla compilazione della domanda, i candidati potranno inviare i propri quesiti all’indirizzo e-mail domandaonline@poliziadistato.it, specificando nell’oggetto il codice del concorso (SV20131).

Assunzioni ATM: opportunità di lavoro, anche per disabili


Assunzioni ATM: opportunità di lavoro, anche per disabili

ATM è alla ricerca di alcune figure professionali da poter assumere ed inserire all’interno del proprio organico presente sul nostro territorio nazionale. Vediamo alcune delle possibilità di impiego attualmente attive e parte dei requisiti richiesti per potersi candidare e sperare di essere assunti.

ATM, società di proprietà del comune di Milano, che si occupa della gestione del trasporto pubblico (autobus, filobus e tram) nel capoluogo lombardo, sta cercando nuove risorse da poter impiegare nel proprio team presente in Italia e, per la precisione, a Milano.

Economisti

I candidati, inseriti in team funzionali della Direzione Finanza Amministrazione e Controllo, si occuperanno di attività di back - office in area amministrativo – contabile -  rilevazione costi e ricavi – consuntivazione e analisi.
Requisiti
Laurea in Economia, preferibilmente Economia Aziendale/Finanza
Esperienza nel settore
Conoscenza del PC e del pacchetto Microsoft Office
Buona conoscenza della lingua inglese
Predisposizione al lavoro in team
Buone capacità relazionali
Capacità di problem solving
Non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso
Preferibilmente, possesso dei requisiti di cui all’art. 1 legge 68/99

Preferibilmente, appartenenza alle categorie protette di cui all’art. 18 legge 68/99

Concorso CIAPI: 1415 posti in Sicilia, richiesta licenza media e diploma




Concorso CIAPI: 1415 posti in Sicilia, richiesta licenza media e diploma

Sono ben 1415 i posti messi a disposizione dal nuovo concorso CIAPI, ovvero dal Centro Interaziendale Addestramento Professionale Integrato che, da numerosi anni, opera attivamente nel campo della formazione professionale in Sicilia con l’obiettivo di portare avanti un reale sviluppo delle risorse umane del territorio in modo da poter rispondere concretamente alle esigenze dell’isola. 

Recentemente, infatti, è stato indetto in bando di concorso che offrirà numerose opportunità di lavoro in Sicilia, finalizzato all’assunzione a tempo determinato di 321 tutor, 60 responsabili di processo, 514 formatori,182 segretari didattici, 182 segretari amministrativi e 156 ausiliari. 

Il Centro Interaziendale Addestramento Professionale Integrato si occupa di realizzare interessanti interventi formativi rivolti a studenti, lavoratori e disoccupati, ma anche ad imprese, sia pubbliche che private, e alle amministrazioni in modo da poter operare attivamente per il rilancio economico dell’isola mediante la creazione di numerose opportunità di lavoro in Sicilia.


Il concorso CIAPI prevede la creazione di 1415 posti di lavoro a tempo determinato con il CCNL per 36 ore settimanali, della durata complessiva di 7 mesi che potranno essere ulteriormente prorogabili in caso di esigenze particolari.
Per quanto concerne i nuovi posti di lavoro messi a disposizione, si sottolinea la richiesta di ben 514 formatori in differenti aree, ovvero scientifica, tecnico-professionale, lingue straniere, giuridico-economica. Coloro che saranno ritenuti idonei saranno impiegati in vari settori di insegnamento: energie alternative; comunicazione multimediale; mediazione culturale; artistico; turistico-portuale; termo idraulico; assistenza socio assistenziale e servizi per l’infanzia; ristorazione, pasticceria e cucina; restauro ligneo; smaltimento rifiuti; energie alternative; elettrico/elettronico ed acconciatura/estetica.

Naturalmente, da questa numerosa offerta di settori di insegnamento, si comprende come si miri da un lato a dare lavoro a tante persone che, in base alle proprie competenze, potranno esercitare il proprio ruolo di formatore e, dall’altro lato, si punta a creare numerose opportunità di lavoro in Sicilia rivolte a quanti frequenteranno i corsi di formazione che saranno organizzati in seguito in modo da poter investire nel proprio futuro professionale e poter realmente ambire a migliore le proprie attuali condizioni sia economiche che lavorative.

Per quanto riguarda la partecipazione al concorso CIAPI, è necessario:

·         essere iscritti all’albo regionale degli operatori della formazione professionale siciliana;
·         non aver riportato alcun tipo di condanna penale;
·         avere la cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione Europea e non essere al momento impiegati in attività inerenti il campo della formazione.

Oltre a questi requisiti “standard”, se desiderate presentare la vostra candidatura è necessario possedere i seguenti requisiti professionali e didattici relativi alle esigenze organizzative e tecniche dei corsi di formazione in cui si verrà impiegati: 

·         Per i formatori in materie teoriche e i tutor bisogna essere in possesso almeno del diploma;
·         Per il personale ausiliario è richiesta la licenzia media;
·         Per i formatori pratici è necessario essere in possesso di valida esperienza professionale di almeno 5 anni comprovata da apposita documentazione;
·         Per il responsabile dei processi, il segretario amministrativo e quello didattico si richiede almeno ildiploma di secondo grado. 

Se siete interessati a partecipare al concorso CIAPI avete tempo per presentare la vostra candidatura fino al21 gennaio 2014. Dopo aver completato la procedura online dovrete inviare la documentazione richiesta in busta chiusa al seguente indirizzo: CIAPI, sede in Priolo n.51, 96010 Siracusa.

Per avere maggiori informazioni e consultare attentamente il bando di concorso relativo alle numeroseopportunità di lavoro in Sicilia, basta scaricare il file allegato.


venerdì 10 gennaio 2014

Le soluzioni anticrisi del governo letta: Via il Superbollo dalle auto di lusso.




il governo pronto a cancellare la sovrattassa sulle auto di grossa cilindrata.
Secondo indiscrezioni il governo sarebbe pronto a cancellare il 'superbollo' sulle auto di grossa cilindrata.
La settimana prossima l'esecutivo incontrerà i rappresentati del settore auto, per accordarsi,  ad  eliminare la sovrattassa sulle vetture con più di 185 kW (248 cavalli) , Il 'superbollo' fu introdotto dall'esecutivo Berlusconi a luglio 2011, con una sovrattassa di 10 euro (saliti a 20 euro col governo Monti) per ogni kW eccedente i 225 (adesso scesi a 185). La misura fù definita dal decreto 'Salva Italia' firmato dal governo Monti, tale decreto, introdusse una sovrattassa per le macchine di lusso.
Oggi il decreto, dovrebbe andare definitivamente cancellato, infatti la prossima settimana, probabilmente martedì o mercoledì, e' in calendario un incontro tra esponenti del settore auto e il governo che  sarebbe disposto  a fare un passo indietro per ridare un po' di ossigeno a un mercato che, soprattutto nel settore delle auto di lusso, ha vissuto un 2013 di forte contrazione.
Già a settembre, il viceministro dell'Economia Luigi Casero ha evidenziato che il superbollo "e' stato sbagliato metterlo e costa pochissimo toglierlo" e che "il settore dell'auto e' trainante, per cui e' fondamentale un'azione di sostegno". 
In sostanza, l'eliminazione della sovrattassa avrebbe un impatto molto limitato sul gettito nel breve periodo e potrebbe invece assicurare un aumento degli introiti per lo Stato nel medio periodo.
                                                                                    Ruisi Francesco 

martedì 7 gennaio 2014

L’Italia e le sue soluzioni sul precariato















A VOLTE ANDARE DIETRO I POLITICI  PAGA.

Sentenze esemplari dalla Corte di Giustizia a Lussemburgo. Entro settembre l’Italia potrà liberarsi di 250 mila precari partendo dalla scuola.
Con due sentenze del 12 dicembre la Corte di Giustizia europea con sede in Lussemburgo ha bocciato la legislazione italiana che nega il riconoscimento delle tutele dei precari della pubblica amministrazione.
Le amministrazioni  statale che  hanno usato per anni  un esercito di circa 250 mila lavoratori precari : licenzia e riassume con contratti precari 133 mila persone nella scuola, 30 mila nella sanità, fino a 80 mila nelle regioni e negli enti locali.
Confermando la tesi del Tribunale di Napoli, la Corte europea sostiene che lo Stato italiano è il datore di lavoro di ultima istanza e quindi deve rispettare la direttiva 70 del 1999 della Commissione Europea che proibisce a tutti gli stati membri dell’Unione di rinnovare i contratti precari oltre 36 mesi, cioè tre anni.
 La Corte europea ha ribadito che deve essere applicato il decreto 368 del 2001, emanato per recepire la direttiva europea, e mai da allora applicato. Perché lo Stato, come qualsiasi altra azienda alla ricerca della scorciatoia per non assumere e prolungare all'infinito lo sfruttamento di lavoro intermittente, senza tutele pensionistiche e per la disoccupazione, ha modificato il testo del decreto nel 2007. Ciò ha provocato l’apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea nel 2010 per quanto riguarda il personale amministrativo (Ata) nella scuola.
Nel corso del 2013, a favore di tutti i precari alle dipendenze di pubbliche amministrazioni. Le sentenze della Corte di Giustizia che riguardano esplicitamente i precari della scuola sono previste tra il luglio e il settembre 2014. Nel frattempo si stanno moltiplicando le ordinanze dei tribunali nazionali (da Trento a Trapani) che condannano al risarcimento dei danni per il precariato pluriennale inflitto.
I giudici italiani dovranno successivamente applicare gli orientamenti della corte europea, decidendo se procedere ad una stabilizzazione oppure ad un risarcimento.
 Per il governo italiano, sempre attento ad applicare con puntiglio le regole dettate dell’Europa  sulla parità del bilancio o sulla riduzione del debito pubblico, l’applicazione delle sentenze europee a difesa dei diritti dei precari potrebbe essere una catastrofe finanziaria.

Ora c’è da decidere quale è il danno minore.

 Stabilizzare la mostruosa anomalia creata in 20 anni di precariato selvaggio ha un costo proibitivo. Limitarsi a risarcire i danni procurati potrebbe essere peggio.

Lo Stato Italiano deve quindi provvedere a stabilizzare direttamente i precari e questo vale per tutti i livelli dell’amministrazione.
La Corte potrebbe condannare lo Stato Italiano a pagare multe fino a 8 milioni di euro per singolo caso.

                                                                                 Ruisi Francesco

domenica 5 gennaio 2014

AUGURI A TUTTE LE BEFANE



AFFETTUOSI AUGURI

                                                                                Ruisi Francesco

case di tolleranza con la chiusura solo degrado e criminalita






In Italia la prostituzione è stata regolamentata dallo Stato fin dai tempi antichi. Nel Regno delle Due Sicilie, già nel 1432, era stata rilasciata una reale patente per l'apertura di un lupanare pubblico; e anche nella Serenissima Repubblica di Venezia esistevano numerose case di prostituzione. Case di tolleranza erano presenti anche nello Stato pontificio. Il Regno di Sardegna introdusse il meretricio di stato (pensato, voluto e realizzato da Cavour), anche e soprattutto per motivi igienici, lungo il percorso delle truppe di Napoleone III nella seconda guerra di indipendenza italiana, sul modello di quanto già esisteva in Francia dai tempi del primo Napoleone.
Con l'unità d'Italia, una legge del 1860 estendeva questa pratica a tutto il paese, dove peraltro esisteva già una ricca tradizione di tolleranza in varie regioni. Lo Stato italiano si faceva carico di fissare anche i prezzi degli incontri a seconda della categoria dei bordelli, adeguandoli al tasso di inflazione. Ampi consensi popolari erano andati, ad esempio, al ministro degli Interni Giovanni Nicotera quando, nel 1891, aveva dimezzato il prezzo di un semplice trattenimento in una casa di terza classe, con ulteriori sconti per soldati e sottufficiali, mentre Urbano Rattazzi, anni prima, aveva persino stabilito con un decreto ministeriale che una prestazione basilare doveva durare venti minuti.
Il regime fascista, con il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza del 1931, aveva imposto misure restrittive nei confronti delle prostitute, obbligate a essere schedate dalle autorità di pubblica sicurezza e sottoposte a esami medici obbligatori. La frequentazione di case di tolleranza era, prima della loro chiusura, una pratica abbastanza consueta presso la popolazione maschile, mentre le donne che entravano a far parte della schiera delle prostitute avevano poche possibilità di affrancarsi da un mestiere che spesso era fonte di malattie veneree e quindi di una minore aspettativa di vita.
Anche dopo la fine della seconda guerra mondiale l'opinione pubblica era in buona parte favorevole alla prostituzione legalizzata, sia per ragioni di igiene pubblica, sia per la volontà di porre un divario con le ragazze destinate a diventare spose e madri e per garantire alla popolazione maschile una valvola di sfogo per i propri istinti sessuali.
poi arrivo la  Legge Merlin, è il nome con cui è nota la legge 20 febbraio 1958 n. 75 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 55 del 4 marzo 1958), della Repubblica Italiana chiamata in questo modo in quanto la prima firmataria era la senatrice socialista Lina Merlin.
Con questa legge veniva stabilita, entro sei mesi dall'entrata in vigore della Legge, la chiusura delle case di tolleranza, l'abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia e l'introduzione di una serie di reati intesi a contrastare lo sfruttamento della prostituzione altrui.
La tenacia di Lina Merlin nel portare avanti, fin dal momento della sua elezione, la propria lotta al lenocinio (favoreggiamento) inteso come sfruttamento di prostitute (e, di fatto, quindi decretare l'illegalizzazione della prostituzione) portò all'approvazione dell'omonima e ampiamente discussa legge.
Il suo primo atto parlamentare era stato quello di depositare un progetto di legge contro il sesso in compravendita e l'uso statale di riscuotere la tassa di esercizio. Un incentivo alla sua azione legislativa venne dall'adesione dell'Italia all'ONU. In virtù di questo evento, il governo dovette sottoscrivere diverse convenzioni internazionali tra cui la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (del 1948) che, tra l'altro, faceva obbligo agli Stati firmatari di porre in atto "la repressione della tratta degli esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione".
Dagli anni ottanta nel dibattito politico italiano hanno preso corpo numerose richieste per l'abrogazione - in tutto o in parte - della Legge Merlin, giudicata non più al passo con i tempi. La legge è ritenuta da più detrattori[senza fonte] non idonea a gestire il fenomeno della prostituzione in Italia che, di fatto, rimane una realtà presente e costante. In Italia, infatti, non è considerato reato la vendita del proprio corpo, mentre lo è lo sfruttamento del corpo altrui anche se in ambiente organizzato. Ciò ha permesso il proseguire, di fatto, della mercificazione corporale nelle strade oltre che nelle case, ma nella clandestinità.
Inoltre, prima dell'entrata in vigore della legge la prostituzione nelle strade era molto poco diffusa, mentre dopo l'entrata in vigore è aumentata notevolmente[senza fonte]. Negli anni novanta, soprattutto, si è sviluppato il fenomeno della prostituzione legata all'immigrazione clandestina, esploso poi negli ultimi anni: le prostitute in strada sono nella quasi totalità straniere. Due le etnie più rappresentate: nigeriane da una parte ed europee dell'Est dall'altra.
Il traffico di donne, talvolta anche minorenni, e i lauti guadagni del loro sfruttamento, è passato sotto il controllo delle mafie italiane e dei loro Paesi d'origine, sempre più presenti queste ultime sul territorio italiano. Queste nuove schiave, legate al traffico di esseri umani, sono oggi, di fatto, un problema irrisolto che ripropone con urgenza il ripensamento di tutte le leggi in questo campo, a cominciare dalla stessa legge Merlin.
Tuttavia al giorno d'oggi una regolamentazione più specifica del fenomeno parrebbe opinabile, dato che la prostituzione genera in Italia un notevole indotto (50000-70000 prostitute coinvolte, 9 milioni di clienti, 19-25 miliardi di euro il giro d'affari stimato) sottratto all'imposizione fiscale.
Il dibattito politico negli anni 2010 - 2012 sul tema è però risultato sterile dal punto di vista dei risultati, dato che attualmente la normativa in materia è la stessa del 1958, nonostante le numerose proposte di modifica presentate dai politici dei vari schieramenti.
ma oggi ci si domanda, il proibizionismo,se è accertato il suo fallimento, considerato il fatto che e solo fonte  economica per la criminalità organizzata,degrado,sfruttamento, malattie. Se tutto questo sistema venisse regolamentato, non si raggiungerebbero segni di  buona civiltà.  
                                                                                       Ruisi Francesco

sabato 4 gennaio 2014

dirette anche sulle commissioni consiliari del Comune diAlcamo



Visto i continui lavori delle commissioni, dove sicuramente con fatica,serietà e trasparenza  queste commissioni lavorano per il bene della nostra  Città, al fine di sfatare  le dicerie,  che tali in oggetto non meritano i costi sostenuti, affermando che sono soldi buttati, c'è addirittura, chi in piazza, dice di più, in merito ai compensi.
Vogliamo,  suggerire, le dirette, cosi come  già, per il consiglio comunale, si adottino anche per le commissioni.   Al solo fine di  migliorare l'approccio politico con i cittadini,  che  invitiamo  assieme a gl' addetti ai lavori, di approfittate di questo e/o altri post, per esprimere le Vostre idee in merito.
Le commissioni sono cosi composte:

Commissione Elettorale Comunale

Componenti effettivi:
·         Ruisi Mauro
·         Pipitone Antonio
·         Dara Francesco

Componenti supplenti:
·         Allegro Anna Maria
·         Campisi Giuseppe
·         Caldarella Gioacchina

I commissione consiliare

Presidente:
          Milito Stefano (1959) (PD)
E-mail: commissione1@comune.alcamo.tp.it
Componenti:
·         Raneri Pasquale Vice Presidente (PDL - Cantiere Popolare - Grande Sud)
·         Caldarella Gioacchina (UDC)
·         D'Angelo Vito Savio (Patto per Alcamo (art.3 c.1° regolamento comunale))
·         Longo Alessandro (PD)
·         Milito Stefano (1962) (Insieme per Alcamo)
·         Trovato Salvatore (Area Democratica)
·         Vesco Benedetto (Uniti per Alcamo - API)
Responsabilità:
·         Affari Generali e del Personale
·         Cultura e Scuola
·         Sport e Turismo
·         Problemi Giovanili
·         Solidarietà Sociale
·         Assistenza e Beneficenza Pubblica
·         Igiene e Sanità

II commissione consiliare

Presidente:
Vario Marianna (PD)
E-mail:  commissione2@comune.alcamo.tp.it
Componenti:
·         Di Bona Lorena Vice Presidente (Area Democratica)
·         Calvaruso Alessandro (PD)
·         Dara Sebastiano (ABC - Alcamo Bene Comune)
·         Pirrone Rosario Dario (Patto per Alcamo)
·         Rimi Francesco (Nuova Presenza - SEL)
·         Stabile Giuseppe (PD)
Responsabilità:
·         Bilancio
·         Programmazione
·         Finanze
·         Patrimonio
·         Contenzioso
·         Affari Legali
 

III commissione consiliare

Presidente:
Nicolosi Antonio (Di Pietro - Italia dei Valori)
E-mail:  commissione3@comune.alcamo.tp.it
Componenti:
·         Dara Francesco Vice Presidente  (UDC)
·         Allegro Anna Maria (Per il Partito del Sud - Noi Sud)
·         Caldarella Ignazio (Gruppo Misto)
·         Ferrarella Francesco (PD)
·         Intravaia Gaetano (Area Democratica)
·         Ruisi Mauro (ABC - Alcamo Bene Comune)
Responsabilità:
·         Lavori Pubblici
·         Urbanistica e Pianificazione del Territorio

IV commissione consiliare

Presidente:
Pipitone Antonio (Area Democratica)
E-mail:  commissione4@comune.alcamo.tp.it
Componenti:
·         Castrogiovanni Leonardo Vice Presidente (PDL - Cantiere Popolare - Grande Sud)
·         Campisi Giuseppe (Nuova Presenza - SEL)
·         Coppola Gaspare (Insieme per Alcamo)
·         Fundarò Antonio (PD)
·         Lombardo Vito (ABC - Alcamo Bene Comune)
·         Sciacca Francesco (Di Pietro - Italia dei Valori)
Responsabilità:
·         Politiche Agricole
·         Attività Produttive
·         Ambiente
·         Sicurezza
·         Mobilità Urbana
·         Politiche Energetiche