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domenica 19 ottobre 2014

Matteo Salvatore dell'Italia


RENZI  va  su tutte le furie per il voto anticipato  e rilancia  “dal 1° gennaio 2015 daremo gli 80 €  ANCHE  ALLE DONNE  CHE FANNO UN FIGLIO  e per i primi tre anni, sarà  un aiuto sociale alle famiglie” 
Poi minimizza l’incazzatura delle Regioni, dei Sindacati e dei magistrati,  tanto devono gridare fino a quando si stancheranno e  Taceranno.
"Ma dico io, so a governo da appena 8 mesi, non e possibile che abbia fatto di già cosi tanti danni, se restituiamo  un po  di soldi alle famiglie e  ci proponiamo per ridurre le tasse  sul lavoro. Non è certo vero che oggi gli imprenditori, pagano un fottio di soldi e che molti non arrivano ai lavoratori. La verità e che la spesa dell’imprenditore se la mangia lo Stato, Io lo metto a dieta. Perché Io so furbo."

 Matteo un Salvatore. 

Troppo bello per essere vero, difatti solo tanto Caos in un momento storico delicato sia per i fatti interni al paese che per quelli internazionali.

Le belle parole di ripresa del premier  potrebbero avere una concretezza qualora  gli amici di Washington  riescono a spiazzare dalla piattaforma Europea  quel VLADIMIR   che dalla Russia,  gestisce una fetta troppo grande di mercato.     
Forse la strategia fatta adottare a Matteo  può dare  sollievo agli Italiani mettendo le verità davanti gli occhi saremo così ciechi da non vederle, la casta che fino ad ora e stata così ben nutrita e ora di  sacrificarla a favore  delle famiglie che per un trentennio hanno  sempre pagato, è  ora di iniziare  a fare un po' di tagli ai ministeri e alle Regioni. 
 Per la prima volta dopo anni la legge di stabilità del 2015 prevede 18 miliardi di tasse in meno, sono tanti soldi. Provabile, Abbiano capito, che l'Italia non può continuare ha chiedere sempre ai soliti di pagare, e che è ora di dare un po’ di respiro ai cittadini cosi da placare anime ormai surriscaldati.
 "Ora è arrivato il momento di mettere da parte bandiere singoli schieramenti e dire 'ragazzi ora ci sono da fare delle cose, se si fanno si vince la madre di tutte le battaglie, che è il lavoro'".
Lo stesso pensiero lo condivideva Bennardo  Provenzano, ma quella è un’altra storia, forse.


                                                                                                     Ruisi Francesco

sabato 27 settembre 2014

A Niki gli si è rotto il giocattolo





 VENDOLA  VA LETTERALMENTE IN PEZZI
opera di accordi presi nei corridoi dei palazzi di potere.
Mentre, Silvio gode due volte, una per via del tribunale dove chiamato come test sul processo Lavitola , fa il vecchietto rincoglionito,  va su di giri, si dice già innamorato della toga Giovanna Ceppaluni, che pare  non gradisca  l’ironia   del premier, l’altra  e che le manovre politiche fatte  in coordinamento  con Matteo ha dei frutti gia maturi  infatti  sono riusciti a seminar zizzania  al sel, bruciando le chiappe di Nichi Vendola.
Matteo rincuorato dalla boschi , si dice ottimista  sulla legge elettorale   “Italicum”  che azzarda  great sucess in  Senato.

 12 i  componenti di SEL che  lasciano a partire proprio del figlio acquisito  Gennarone Migliore, a seguire  lo storico eurodeputato Claudio Fava e altri 10 che si dicono proni al passaggio  nella sinistra del PD  nel frattempo di accordi potrebbero rimanere nel gruppo misto.

Vendola da parte sua si dice  infastidito ma quelli  della usa indole hanno solo bisogno di olio di gomito e iniziare da capo, ricostituendo con nuovi organici a Sel da li la corsa ai soggetti, meno abbietti delle realtà locale,  che  se abili con Niki potrebbero avere lustro nazionale.
                                                                                               Ruisi Francesco






sabato 20 settembre 2014

CHE CASINI ! << MATTEO SI - MATTEO NO>>






Da questa sera il circolo Pd di Rignano sull’Arno non ha più il suo segretario. Tiziano Renzi, papà di Matteo, si è dimesso dopo l’avviso di garanzia ricevuto per bancarotta fraudolenta dalla Procura di Genova, che indaga su una sua vecchia società di distribuzione di giornali. Renzi senior ha mostrato grande fairpaly e ha anche detto: “Ringrazio la magistratura perché è un atto a mia tutela”.

L’avviso di garanzia è arrivato lunedì, ovvero il giorno prima del duro attacco alla magistratura sferrato da Renzi figlio in Parlamento, proprio sul tema degli avvisi di garanzia. Chissà se sapeva già del padre indagato. In ogni caso, la vicenda è destinata a pesare perché d’ora in poi ogni volta che il premier affronterà i magistrati ci saranno illazioni sui problemi giudiziari di suo padre. Da oggi, insomma, Renzie è un po’ meno libero.
Giustizia a parte, la Cammusso si incazza  ancora, oggi è stato il giorno del primo via libera alla legge delega sul lavoro da parte della commissione Lavoro del Senato. Tutti e otto i senatori del Pd hanno votato a favore, anche della norma che introduce il contratto a tutele crescenti e che di fatto apre la strada al superamento parziale dell’’articolo 18 sui licenziamenti per giusta causa.
Dunque  il Pd  resta diviso. L’ex segretario Pierluigi Bersani dice che sui giornali ha letto intenzioni attribuite al governo che gli paiono “surreali” e sfida Renzie a dire al più presto con chiarezza cosa intende mettere nel decreto sul lavoro. Mentre, Matteo, concede che i titoli del Jobs Act sono condivisibili, ma si aspetta ampie variazioni da discutere in direzione. Un primo via libera, al Jobs Act arriva nel frattempo dal Fondo monetario internazionale, che parla di “obiettivi condivisibili”.
 L’organismo di Washington ha però rivisto al ribasso le stime sull’Italia e ha toccato un altro nervo scoperto, notando che “ottenere risparmi significativi sarebbe difficile senza intervenire sulla grande spesa pensionistica”. Un taglio delle pensioni non è però all’ordine del giorno e il ministro Padoan ha già smentito più volte un intervento sugli assegni più ricchi. Sul fronte della Consulta, intanto, è andata a vuoto anche la tredicesima votazione delle Camere. I due candidati, Luciano Violante e Donato Bruno, non ce l’hanno fatta a raggiungere il quorum di 570 voti, nonostante l’inaspettato signorSi di Nichi Vendola. Non solo non è servito l’appello di ieri del presidente Napolitano, come quello di Renzie, che in mattinata aveva dichiarato: “Credo che il Parlamento oggi o nei prossimi giorni troverà una soluzione di livello”.nel frattempo Beppe Grillo ha definito il ticket Violante-Bruno “una minestra rancida”. Poi Silvio che tiene per le palle Matteo gli sussurra, la tenuta del Patto del Nazareno.
C'è anche chi trema, e sottobanco si sta organizzando  con un patto per assicurarne la sopravvivenza, i due Casini e Alfano praticamente hanno chiuso l'intesa, approfittando della debolezza altrui, in primis proprio quella del vicepremier e ministro dell'Interno. La settimana prossima nascerà infatti alla Camera dei Deputati un nuovo gruppo che avrà come capogruppo D'Alia.
L'accordo tra Pier Ferdinando e Angelino per far nascere Coalizione Popolare dall'Unione di Ncd e di Udc e' pressoché fatto.
In barba a Silvio e i suoi infiltrati in NCD a cominciare della De Girolamo Nunzia.

Stessa operazione al Senato, dove la firma farà un vero e proprio miracolo: negli accordi e' compresa anche la carica di capogruppo per Schifani Renato. Nelle prossime ore, e durante il week end, saranno definiti i dettagli (alcuni, come gli apporti economici, non sono esattamente dettagli) ma l'accordo politico è fatto. E anche Lupi Maurizio sta decidendo in queste ore il suo percorso personale. Con la proclamazione ufficiale a deputato europeo avvenuta oggi ha 30 giorni di tempo per decidere se dimettersi o restare a Strasburgo, in pratica per decidere cosa fare da grande, anche se di fatto anche lui la decisione l'ha già presa: resterà parlamentare europeo, allontanandosi dall'aria oggettivamente velenosa del Ministero delle Infrastrutture e sarà uno dei triunviri che guiderà il nuovo raggruppamento. Ma il tutto ha valenza politica se arriva Fitto Raffaele, il quale è sempre di più sbilanciato sul piede che è già fuori da Forza Italia insieme ad un nutrito gruppo di parlamentari, illudendosi di fare paura a Silvio, il quale non ha nessuna paura di un pischello come Fitto, sostenendo che le uniche paure le ha avute a Palermo e in tempi lontani.
Il pensiero di Renzi Matteo: o la maggioranza al Senato si allarga sensibilmente stabilizzando definitivamente governo e legislatura (così ci si può occupare senza problemi anche di giustizia), oppure premier e Pd non sono affatto interessati a queste operazioni che non aggiungono nulla, sono riposizionamenti. Con l'arrivo di Fitto invece, si toglierebbe ossigeno a Forza Italia e verrebbe costituito un gruppo politico forte di un centinaio di parlamentari che consentirebbe davvero a Renzi di  dettare  legge anche tra la minoranza interna.
Molti si chiedono quale sia la convenienza di Alfano Angelino a reinserire il genero di Caltariccone in un gioco politico comunque più ampio e qualcuno, come Rotondi Gianfranco, va giù piatto: “con Casini, dice l'ex ministro avellinese, Angelino rischia di fare la fine di Buttiglione Rocco, anche lui utilizzato e poi mollato da Casini qualche lustro fa".

Ma qualcuno che, almeno in fatto di risonanza di immagine, ci guadagna c'è, almeno in prospettiva: e' Carfagna Mara, la quale potrebbe essere la candidata premier del nuovo schieramento.
Non a caso, Berlusconi ai tempi in cui sulle donne ancora aveva autonomia di pensiero, della Carfagna disse, che se non era già sposato l'avrebbe sposata, e alla Boschi chiese cosa facesse, lei così carina, con i comunisti.


Renzi, a sua volta, non mira a rompere con Berlusconi. Tenta di mettergli paura per costringerlo a più miti consigli; però sa di averne bisogno per due ragioni. La prima: non desidera ritrovarsi a sua volta nelle mani di Calderoli, di Alfano o di  Casini. La seconda: senza la maggioranza dei due terzi in Parlamento, poi dovrebbe affrontare un referendum confermativo dall’esito incerto.

Chi per ora ne fa le spese è il dissidente Mineo. Il Pd ha scelto la linea dura e l’ha levato dalla Commissione delle riforme con la scusa che era lì a titolo provvisorio. La ragione vera è un’altra: Renzi vuole far vedere a Berlusconi che lui sa mettere in riga i suoi.















mercoledì 20 agosto 2014

Tutti figli del Giglio. "pericolo futuro compromesso"




Incomprensioni nelle stanze della Loggia del Giglio.  


Matteo da segnali di onnipotenza con i membri della Loggia del Giglio.

Ha  lamentarsi, Marco Carrai.  Al pari di Giorgio Gori, pare che Carrai si sia mosso un po’ troppo e poi Renzi  ormai ha la diplomazia ufficiale a disposizione. Dai comitati d'affari  ha solo da temere guai e imbarazzi.
Ma  dopo il gelo del momento Matteo deve fare i conti con qualcosa di veramente serio  come  il debito pubblico, arrivato ormai a quota 2.168 miliardi di euro

Subito al piano  studiato da Carrai, che propone ai piani alti  un “asset morti” cioè un fondo patrimoniale  dove fare confluire tutti i capitali cosi detti morti (che non producono reddito)    per poi, immetterlo, nel mercato interno ed esterno coinvolgendo anche investitori esteri, fondo costituito da un solo vincolo, quello  di detenere   il 51% dello stesso.
Dello stesso parere  Il sottosegretario Rughetti, che assieme  a Marco  hanno passato  luglio e agosto tra le carte, non ancora terminati i lavori  si intromette un altro sacerdote del Giglio, Bini Smaghi   che si sta adoperando per prendere il posto di Padoan  e stralcia  tutto il lavoro estivo di Marco Carrai dicendo un secco no ai fondi patrimoniali.
Bini che fa la voce grossa con Matteo, è fa immediatamente  smentire Palazzo Ghigi  dalle voci circolate sui piani straordinari per abbattere il debito, pare che fa male alla BCE  vecchio suo dicastero.
Di sicuro all'interno del “Giglio magico” del premier c'è una materia  su cui si sta verificando un incredibile “tutti contro tutti”. E pensare che al centro del dibattito non c'è un argomento qualunque, ma l’annosa questione della riduzione del debito, ormai arrivato alla cifra record di 2.168 miliardi di euro. Va bene che l'estate è da sempre il momento migliore per i saggi sperimentali, ma il terreno su cui ci si muove è troppo scivoloso per non muoversi con cautela.
Ora anche Renzi  smentisce, ribadendo come “non ci sia in corso alcuna trattativa, né segreta né pubblica, con l’Europa e nessun piano taglia debito. L’Italia farà la sua parte, come più volte ribadito dal premier, rispettando il vincolo del 3% senza aumentare la pressione fiscale”.
Una smentita di rito, ma la dice lunga sulla totale confusione di idee con la quale il “Giglio magico” sta affrontando il tema.
Bini Smaghi, lo dice con due colonne del Corriere della sera. (L’ex banchiere della Bce, fiorentino, rappresenta un profilo che da tempo viene citato per un possibile ingresso nel governo Renzi. Senza contare che la moglie, Veronica De Romanis, dovrebbe entrare a far parte di quel pool di esperti economici di cui il presidente del consiglio vuole avvalersi a palazzo Chigi. Insomma, tra Bini Smaghi e Renzi sembra esserci un feeling consolidato).
 Infatti Bini mette le mani in faccia a Carrai  e  Rughetti, i quali, in buona sostanza, avevano proposto la costituzione di un veicolo con dentro beni immobiliari e mobiliari di Stato, le cui quote dovrebbero essere cedute a investitori vari e Bot people.

“Chi propone di creare un fondo garantito dal patrimonio pubblico per redimere il debito esistente”, ha scritto ieri Bini Smaghi, “non considera che in questo modo quello stesso debito esistente viene deprezzato rispetto al nuovo, facendo scattare gli stessi problemi nei confronti di chi lo detiene. Le operazioni di riacquisto del debito comportano peraltro il degrado immediato da parte delle agenzie di rating, producendo effetti a catena sugli emittenti pubblici e privati”.

L’assunto è che “con il solo avanzo primario non ne usciremo mai”. Peccato che proprio l’avanzo primario, ovvero la differenza tra entrate e uscite al netto della spesa per interessi sul debito, sia la ricetta di base rilanciata da Bini Smaghi, il quale sul punto ha scritto che “una riduzione del debito pubblico al 100% del pil non elimina comunque la necessità di raggiungere un surplus primario di bilancio (al netto dei tassi d’interesse), pari a circa il 4% (dal 2,6% previsto per quest’anno)”.
Carrai si dice offeso, nel fra tempo,  sul tema il governo va in ordine sparso. Fino alla smentita di palazzo Chigi. In fin dei conti l’ennesimo pasticcio su un argomento a dir poco cruciale, per l’economia dei prossimi 20 anni.
                                                                                                       Ruisi Francesco

mercoledì 23 luglio 2014

Santo Silvio della Patatà







I Giudici con l’assoluzione  Ruby hanno Proclamato Santo Silvio della Patatà. Con questa Santificazione Silvio mette tutti ko, lo stesso Renzi Matteo  si trova ad un bivio  o allarga la maggioranza facendo posto ai forzisti  o va tra le braccia  di Grillo, facendo godere alcuni dirigenti della vecchia guardia PD,  dove non  troverebbe solo le braccia di Nicki Vendola pronte ad accogliere il maschiaccio ma lo stesso Pippo Civati  che civetta con gli ambigui. i tre  si appattano  per bloccare le riforme, presentando quasi  diecimile emendanenti  spesso con significati da veri cazzari, chiedendo il voto segreto affinchè quelle mere e vergognose scritte privi di fignificati, vengano a danneggiare ancora di più la fase delicata che si sta  lavorando "LA COSTITUZIONE".   Con l’avvento di Santo Silvio, ad Alfano vanno strette le scarpe  e le poltrone, scomponendo i mercenari di NCD che pregano il Santo per accogliere i tanti lupi e i de girolamo  implorando il perdono.
Ecco perché Renzi non può non rispettare i patti con Silvio  che si dimostra  una vera spina nel fianco anche per Napolitano.
E Alfano,che scalpita come un ciuco promette legnate per tutti , grida a voce alta:  “NESSUN INCONTRO CON BERLUSCONI, NON SARÀ UN'ASSOLUZIONE AD UNIRCI”.
 Mentre Salvini pur di farsi vedere inizia a sclerare e quest’altro Grida: “DESTRA RAZZISTA E XENOFOBA, PREFERISCE RACCOGLIERE I MORTI PIUTTOSTO CHE SALVARE I VIVI”.

                                                                                                    Ruisi Francesco










venerdì 4 luglio 2014

PIOGGIA DI DIFFIDE ALLA DON RIZZO RICHIESTE VERIFICHE SULLA REGOLARITA' DEI CONTI CORRENTI







Sono diversi i correntisti della banca Don Rizzo che hanno scelto di controllare i conti correnti  e i rispettivi mutui ipotecari,  il sospetto che quei numeri non quadravano  potrebbe essere  assodato,  ma, mai si pensava che quei rapporti potevano essere  usurati, anche perché proprio la stessa banca promuove le verifiche dei conti correnti per appurarne la correttezza così che gli stessi non siano trattati da Anatocismo,commissioni di massimo scoperto,tassi usurai.
I correntisti in questione, incuriositi dalla promozionale offerta, che la banca Don Rizzo, offriva, ai correntisti della concorrenza, si sono rivolti ad una società del Nord Italia leader nel settore  di tali argomenti, infatti la società, dopo un attento esame  ha relazionato che tutti i conti sottoposti a controllo sono gravati da  incongruenze usuraie, così i  clienti hanno intimato all'indirizzo del Presidente  e  del Direttore Generale , una diffida, intimando la stessa Banca Don Rizzo a  ripristinare immediatamente  la legalità, ovviamente restituendo e normalizzando tutti i rapporti in essere, pare che il danno sia ingente, se la stessa Banca Don Rizzo non ottempererà ai motivi della diffida  i correntisti produrranno denuncia/querela presso la Procura della Repubblica di Trapani.
E' doveroso ricordare che diversi tribunali in Italia hanno emesso sentenze a favore dei correntisti, in molti casi bloccando anche le vendite effetti da pignoramento, condannando le banche ai risarcimenti, e perseguendo penalmente i responsabili,  spesso individuati nei Direttori Generali,Presidenti e Quadri responsabili delle banche incriminate.
Infatti, è prassi comune delle Banche seguire le direttive di Banca Italia, e non delle vigenti leggi, ora rafforzate in tutti i gradi di giudizio nei vari Tribunali.
Tra  i ribelli, c’è chi pensa, come in questo momento, Don Giuseppe Rizzo si stia rivoltando nella tomba, lui che ha lottato già  la fine del XIX e l'inizio del XX secolo  contro gli usurai.

I criteri di applicazioni che i Tribunali adottano, trovano sfondo nella legge 108 del 07 marzo 1996 dove il  Parlamento promulga una normativa per la rilevazione dell’ usura applicata dagli operatori finanziari modificando l’articolo 644 del Codice Penale.
“Si ha usura quando il corrispettivo di una prestazione in denaro consistente nella richiesta di interessi, spese e commissioni costituisce un costo totale finanziario estremamente esoso in relazione alla categoria della prestazione, all'entità della prestazione ed alle dinamiche finanziarie del mercato”.

Art. 1 comma 1, L. 108/96:
“per la determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del reddito.”
Pertanto quando il TAEG è superiore al tasso soglia (TEGM ) esiste usura.
Inoltre il comma 3 dell’art. 644 del Codice Penale: se il TAEG è superiore di una volta e mezza del TEGM gli interessi sono sempre considerati usurai, aggravando notevolmente la posizione dell’ Istituto di credito che li ha applicati.
Oltre alla reclusione da uno a sei anni ed una multa da  € 3.098,74 ad € 15.493,71, l’ art. 1 della Legge 108/96 recita: 
"Le pene per i fatti di cui al primo e secondo comma sono aumentate da un terzo alla metà";
-se il colpevole ha agito nell'esercizio di una attività professionale, bancaria o di intermediazione finanziaria mobiliare
-se il colpevole ha richiesto in garanzia partecipazioni o quote societarie o aziendali o proprietà immobiliari
-se il reato è commesso in danno di chi si trova in stato di bisogno
-se il reato è commesso in danno di chi svolge attività imprenditoriale, professionale o artigianale
le azioni da intraprendere:
-La Denuncia Querela da presentare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale.
-La domanda di concessione di un mutuo decennale senza interessi ai sensi dell’art. 14 della Legge 108/96.
-La domanda di sospensione per trecento giorno dei termini previsti dall'articolo 20 della n. 44 del 23 febbraio 1999.
-La richiesta di comunicazione ex-art. 335 co. 3 c.p.p. in merito al procedimento penale da presentare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale.
-La richiesta di sospensione nei casi di vendite in effetti di pignoramento mobiliare/immobiliare.

Come la formula del TEG aggira la legge antiusura.

L’art. 644 c.p. sancisce che "per la determinazione del tasso di interesse usurario si deve tener conto delle commissioni, delle remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito". La formula corretta da utilizzare per tale verifica è quella del TAEG, così previsto dalla legge 108/96 e come riconfermato dalla sentenza della Suprema Corte di Cassazione Penale n. 12029/10 del 19/2/2010 . Per una corretta valutazione del problema, bisogna far riferimento a quanto disposto dal legislatore con la legge 108/96, nata per ridurre l’elevato costo degli interessi bancari che avevano raggiunto negli anni “90” tassi improponibili, con percentuali nominali di oltre il 25%. Per contenere tale fenomeno, il legislatore decise che doveva essere stabilito un tasso soglia oltre il quale le banche non potevano andare, tenuto conto di tutti i costi che il cliente doveva sostenere per l’utilizzo del credito. Vennero allora stabiliti dei criteri per la determinazione del tasso soglia, utilizzando come parametro il tasso medio applicato dai principali istituti bancari, aumentato del 50%, escludendo dal calcolo la cms. Tale decisione era determinata dal fatto che le banche applicavano le commissioni in maniera diversa, sia nella percentuale che nel metodo di calcolo (alcune le applicavano sugli utilizzi, altre sulle eccedenze di utilizzo, altre sulle somme non utilizzate e quasi esclusivamente sui conti correnti ordinari, mai sui conti anticipi). Si consentì alle banche di applicare dei tassi massimi pari al tasso medio rilevato dagli istituti di credito, maggiorato del 50%, per comprendere i maggiori oneri quali spese e commissioni che si pensava non potessero mai eccedere questa cospicua percentuale. A tal proposito, bisogna ricordare che l’Italia fu uno dei pochi paesi della comunità europea che stabilì il tasso soglia usurario maggiorando il tasso medio applicato dagli Istituti di Credito del 50% - gli altri paesi si basarono su percentuali più basse che non eccedevano il 30%. Dopo l’entrata in vigore della legge le Banche furono costrette ad allinearsi alle nuove norme. Ma sfruttando la disposizione che prevedeva che le CMS andassero rilevate a parte, perché escluse dal calcolo del TEG, travisando la legge e la volontà del legislatore, cominciarono ad innalzarle, facendo raggiungere alle stesse percentuali elevatissime, anche oltre il 3% trimestrale (contro una media dello 0,125% degli anni 90), calcolate sulla punta di massimo scoperto applicandole a tutti i conti, anche a quelli privi di affidamento e persino ai conti anticipi, che sino all'entrata in vigore della legge, per loro natura, non erano stati mai gravati da tali commissione. L’intento del legislatore era uno ed uno solo, contenere il costo del denaro, senza dare ad alcuno la possibilità di sforare i tassi soglia aggirando la disposizione di legge con spese e commissioni accessorie. La Banca d’Italia, indicò alle banche la formula TEG per verificare l'usurarietà delle condizioni applicate, che di finanziario non ha proprio nulla e che tra  l’altro è frutto della somma di due addendi non omogenei. INTERESSI x 36.500 ONERI x 100 TEG = -------------------------------------- + ------------------------ NUMERI DEBITORI ACCORDATO Il primo addendo della formula, tiene conto degli interessi pagati e del fattore tempo (quindi è una formula finanziaria). Il secondo addendo (formula non contemplata in alcun testo di matematica finanziaria), ricava un dato percentuale rapportando gli oneri sostenuti dal cliente al fido accordato, senza tenere conto del fattore tempo, che nelle formule finanziarie è un dato essenziale. Ma l’utilizzo della predetta formula per verificare l'usurarietà dei tassi ed il superamento del tasso soglia oltre che a non rispondere alla norma ed alla volontà del legislatore, produce dei risultati inattendibili.

                                                                                                  Ruisi Francesco

sabato 7 giugno 2014

città metropolitana del golfo.










pensate alla nascita, della nuova città metropolitana, per l'appunto CITTA' DEL GOLFO, dove i quartieri  di Alcamo,Castellammare del golfo, Calatafimi Segesta,Balestrate,Partinico, Borgetto, Terrasini,Montelepre, e  Cinisi. Pensate che grande opportunità di crescita, un unico Sindaco, un consiglio Comunale + quattro consiglieri per circoscrizione, due scali marittimi (turistico e commerciale), un aereoporto  magari  ABI, condivisione delle risorse ambientali come  acqua, siti balneari e montani anche di interesse storico,   risorse economiche da città metropolitana  sviluppo sociale  ed economico. Essere cittadino del Golfo non sarebbe mica male, ma tutto questo spaventa   le città di Trapani e Palermo, che  con i loro rappresentanti cercano di boicottare  il progetto, tentando Crocetta, con vizi capitali,  si promettono alla Regione  fiumi di Soldi, i nostri stessi Soldi,quelli che per diritto dello Statuto Siciliano  dovrebbero essere impegnati nel nostro territorio,invece ritornano in parte  dalle sedi Romane  sotto forma di investimento per lo sviluppo dei cosiddetti popoli retrò.
                                                                                     Ruisi Francesco