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martedì 31 dicembre 2013
lunedì 30 dicembre 2013
Istat, allarme povertà in Italia.
Il rapporto sulla coesione sociale 2013: disoccupazione alle stelle e stipendi immobili. I poveri in Italia sono raddoppiati dal 2005. Un pensionato su due non arriva a 1000 euro al mese.
Il rapporto sulla Coesione Sociale del 2013 stilato da Istat, Inps e Ministero del Lavoro e chiaro, l’ Italiani sempre più poveri, stipendi bloccati sotto minimi termini e disoccupazione devastante. I dati elaborati a fine 2013 come composizione sociale dell'anno che si sta terminando,basato su dati relative al 2012, contengono risultati in grado di rendere meno colmi di speranza i festeggiamenti per un nuovo inizio nel 2014.
Dai dati del rapporti si legge:
Povertà. Nel 2012 si trovava in condizione di povertà relativa il 12,7% delle famiglie italiane (+1,6 punti percentuali rispetto al 2011) e il 15,8% degli individui (+2,2 punti). Si tratta della situazione peggiore mai registrata dal 1997. La povertà assoluta colpisce il 6,8% delle famiglie e l'8% degli individui. I poveri sono praticamente raddoppiati in otto anni, dal 2005. Una situazione sulla quale pesa la crescita dei tassi di disoccupazione e i salari che invece rimangono praticamente congelati.
Disoccupazione. Il numero di persone in cerca di un'occupazione - quelli che tecnicamente possono definirsi disoccupati - nel 2012 erano 2 milioni e 744 mila: 636 mila in più rispetto al 2011. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 10,7%, con un incremento di 2,3 punti percentuali solo rispetto all'anno precedente. In 4 anni, dal 2008, è aumentato addirittura di 4 punti percentuali. Con picchi per i giovani, tra i quali supera il 35%, con un balzo in avanti rispetto al 2011 di oltre 6 punti percentuali (14 dal 2008). Una realtà che scoraggia gli investimenti nello studio e nella formazione. Negli ultimi anni si è ridotta la capacità delle università italiane di attrarre studenti.
Giovani e università. il numero dei diplomati che scelgono di immatricolarsi in un corso di laurea è sceso al 58,2% nell'anno accademico 2011/2012 dal 73% del 2003/2004, anno di avvio della Riforma dei cicli accademici. Su questo pesano le scarse opportunità di guadagno e di lavoro che i titoli accademici non riescono più a garantire. Anche perché, pur in condizioni di alta qualificazione, gli stipendi rimangono spesso al di sotto delle aspettative. I lavoratori sovra istruiti (cioè in possesso di un titolo di studio più elevato rispetto a quello prevalentemente associato alla professione svolta) sono il 19% circa dei lavoratori.
Stipendi bloccati. In generale la retribuzione mensile netta è di soli 1.304 euro. Rispetto al 2011 è aumentata solo di 4 euro. Mentre per gli stranieri è addirittura in calo. In media, la retribuzione degli uomini italiani è più elevata (1.432 euro) di quella corrisposta alle donne (1.146 euro). Il divario retributivo di genere è più accentuato per la popolazione straniera, con gli uomini che percepiscono in media 1.120 euro e le donne soltanto 793.
Nascite. Tutto questo crea ansia e mancanza di fiducia nel futuro. Sono poche le coppie che decidono di costruire una vita familiare e le nascite calano. I nati nel 2012 sono stati poco più di 534 mila (547 mila del 2011 e 562 mila del 2010). Più di un bambino su quattro (28,3%) è nato fuori del matrimonio, quasi il triplo rispetto al 2000 (10,2%). Mentre cresce l'aspettativa di vita e, di conseguenza, la quota di popolazione anziana.
Anziani e pensioni. Misurata al 2011 l'aspettativa si attesta a 79,4 anni per gli uomini e a 84,5 per le donne, con un guadagno rispettivamente di circa nove e sette anni in confronto a trent'anni prima. Peccato però che i nostri longevi nonni vivano spesso ai limiti dell'indigenza i loro ultimi anni di vita. Quasi un pensionato su due (46,3%) ha un reddito da pensione inferiore a mille euro, il 38,6% ne percepisce uno fra mille e duemila euro, solo il 15,1% dei pensionati ha un reddito superiore ai duemila euro.
Ruisi Francesco
Alcamo, dirigenti comunali super-stipendiati
Alcamo, dirigenti comunali super-stipendiati
Dieci dirigenti, oltre 800 mila euro sul groppone. Il Comune di Alcamo paga a caro prezzo i suoi manager per mandare avanti la macchina burocratica dell’ente. E nell’epoca in cui si parla di spending review, l’apparato dirigenziale alcamese appare invece l’apice di una casta difficile da scardinare o comunque da intaccare. Il sindaco Sebastiano Bonventre, in carica da meno di un anno, dovrà fare, e lo sta già facendo, i conti anche con questo sistema che, a dire il vero, un po’ in tutti i Comuni siciliani vive quasi di questa aurea di intoccabilità. Lo scettro di dirigente con lo stipendio più alto tocca a Cristoforo Ricupati, 49 anni, con il ruolo di segretario generale: per lui 102 mila euro lordi, con stipendio tabellare di 35 mila euro e la restare parte come posizione di parte fissa, indennità di risultato e altri introiti non specificati. Gli altri 9 dirigenti godono sostanzialmente della stessa retribuzione che varia da 80 a 85 mila euro. Lo stipendio più basso, si fa per dire, è quello di 80 mila euro che va a Francesco De Giovanni, responsabile del settore Servizi alla persona; il più alto invece spetta al dirigente del Settore Servizi demografici, Marco Cascio, che incassa 85 mila e 500 euro, precedendo di un soffio il collega che guida il Settore Promozione economica e Servizi ambientali, Francesco Saverio Maniscalchi, surclassato per appena 350 euro. Diciamo comunque che sostanzialmente tutti i dirigenti sono sullo stesso livello, con lo scarto di qualche centinaio di euro. C’è il dirigente storico del Settore Servizi finanziari, Sebastiano Luppino, che di stipendio lordo annuale prende 84 mila e 200 euro; Francesca Chirchirillo, che invece guida da responsabile il Settore Personale e del Turismo, di stipendi ne accumula per un valore pari a 83 mila e 900 euro; da menzionare anche Antonino Renda, anche lui “storico” dirigenti dei Servizi tecnici, la cui indennità è pari a 83 mila e 500 euro; 750 euro in più invece li incassa Giambattista Impellizzeri; aggiungendone altre 200 si arriva alla retribuzione di Giovanna Mistretta, su cui risalta però la più alta retribuzione di risultato che supera di poco 9 mila euro, frutto del suo lavoro a capo dell’avvocatura comunale; a chiudere il cerchio Enza Anna Parrino, dirigente dei Servizi tecnici del Turismo, sport. Spettacolo, Urp, Gabinetto e fondi comunitari, sulla cui casella della retribuzione di risultato figura lo zero: questo però non le impedisce di arrivare ad un più che onorevole guadagno di 84 mila 250 euro.
articolo interamente riprodotto
fonte : 30 marzo 2013 di Redazione Alpa Uno
Dieci dirigenti, oltre 800 mila euro sul groppone. Il Comune di Alcamo paga a caro prezzo i suoi manager per mandare avanti la macchina burocratica dell’ente. E nell’epoca in cui si parla di spending review, l’apparato dirigenziale alcamese appare invece l’apice di una casta difficile da scardinare o comunque da intaccare. Il sindaco Sebastiano Bonventre, in carica da meno di un anno, dovrà fare, e lo sta già facendo, i conti anche con questo sistema che, a dire il vero, un po’ in tutti i Comuni siciliani vive quasi di questa aurea di intoccabilità. Lo scettro di dirigente con lo stipendio più alto tocca a Cristoforo Ricupati, 49 anni, con il ruolo di segretario generale: per lui 102 mila euro lordi, con stipendio tabellare di 35 mila euro e la restare parte come posizione di parte fissa, indennità di risultato e altri introiti non specificati. Gli altri 9 dirigenti godono sostanzialmente della stessa retribuzione che varia da 80 a 85 mila euro. Lo stipendio più basso, si fa per dire, è quello di 80 mila euro che va a Francesco De Giovanni, responsabile del settore Servizi alla persona; il più alto invece spetta al dirigente del Settore Servizi demografici, Marco Cascio, che incassa 85 mila e 500 euro, precedendo di un soffio il collega che guida il Settore Promozione economica e Servizi ambientali, Francesco Saverio Maniscalchi, surclassato per appena 350 euro. Diciamo comunque che sostanzialmente tutti i dirigenti sono sullo stesso livello, con lo scarto di qualche centinaio di euro. C’è il dirigente storico del Settore Servizi finanziari, Sebastiano Luppino, che di stipendio lordo annuale prende 84 mila e 200 euro; Francesca Chirchirillo, che invece guida da responsabile il Settore Personale e del Turismo, di stipendi ne accumula per un valore pari a 83 mila e 900 euro; da menzionare anche Antonino Renda, anche lui “storico” dirigenti dei Servizi tecnici, la cui indennità è pari a 83 mila e 500 euro; 750 euro in più invece li incassa Giambattista Impellizzeri; aggiungendone altre 200 si arriva alla retribuzione di Giovanna Mistretta, su cui risalta però la più alta retribuzione di risultato che supera di poco 9 mila euro, frutto del suo lavoro a capo dell’avvocatura comunale; a chiudere il cerchio Enza Anna Parrino, dirigente dei Servizi tecnici del Turismo, sport. Spettacolo, Urp, Gabinetto e fondi comunitari, sulla cui casella della retribuzione di risultato figura lo zero: questo però non le impedisce di arrivare ad un più che onorevole guadagno di 84 mila 250 euro.
articolo interamente riprodotto
fonte : 30 marzo 2013 di Redazione Alpa Uno
domenica 29 dicembre 2013
Cornuti e mazziati “Letta e Alfano ci prendono per il culo.
Letta posta su Twitter : "Tasse in calo". E Alfano: "Abbiamo invertito la tendenza"
Il governatore Letta e il suo alleato Alfano fingono di non vedere,i guai in cui siamo. Scegliendo i social network per prendere per il culo gli Italiani A dispetto delle analisi fatte dalle associazioni di categoria e dei consumatori. Ma cosa più importante quella fatta dai cittadini Italiani testata sulla loro pelle. Il capo del governo ha lanciato su Twitter un messaggio marcatamente ottimista:"Nel 2013 le tasse sulle famiglie son scese e la tendenza continuerà anche nel 2014. Notizia di oggi importante perché si consolidi trend fiducia".
Anche il vicepremier Angelino Alfano va in giro a sbandierare "l’inversione di tendenza rispetto alla crescita delle tasse parlando addirittura di risparmio considerevole". Sulla stessa linea anche il presidente del Nuovo centrodestra Maurizio Sacconi che si sbraccia a lodare "l’efficacia della politica di governo".
Nel frattempo e chiaro, che nel 2014, già si prevedono lacrime e sangue infatti l'anno prossimo la pressione fiscale aumenterà almeno di mezzo punto, a meno che non si cambi decisamente politica economica e con la politica economica si cambi anche questo governo perdente nei fatti, che sta in piedi solo per attaccamento alle poltrone. Insomma, la stangata è dietro l'angolo.
Ora sorge spontanea la domanda “chi non vuole cambiare la legge elettorale?, cosa si aspetta? e a quali personaggi fa comodo?, ma Napolitano e il suo governo di scopo, per la riforma della legge elettorale per poi andare al voto. Quali interessi può avere?, contro della tragedia che l’Italia Attraversa."
Ruisi Francesco
venerdì 27 dicembre 2013
I carbonari di Bankitalia, si spartiscono il bottino.
Il Babbo Letta si veste di Natale, e regala a BANKITALIA 7,5 miliardi di € URO.
L’assemblea dei partecipanti di Bankitalia, convocata due giorni fa con metodi carbonari, al riparo da tutto e da tutti, forse per potersi spartire meglio il bottino di 7,5 miliardi di euro del Babbo Natale Letta con un colpo di mano cancella il trasferimento delle quote di Bankitalia allo Stato ed altri enti pubblici, per fare ritornare Banca d’Italia in mano pubblica, come previsto negli ordinamenti di tutte le principali Banche Centrali Europee (Bundesbank, Banca di Spagna, d'Inghilterra e di Francia, ecc.) di proprietà dello Stato, non poteva che svolgersi nelle segrete stanze del Palazzo Koch, per evitare ammissioni e domande imbarazzanti dei giornalisti, a cominciare dagli innumerevoli conflitti di interessi.
il ministro Saccomanni già direttore generale di Bankitalia,dopo aver insediato una commissione di tre ‘saggi’, ha regalato alle banche socie, in particolare a Banca Intesa con il 30,3% delle quote ed Unicredit con il 22,1%, valori gonfiati della rivalutazione, che passerà da 156.000 euro a 7,5 miliardi di euro, con un tasso stratosferico semplice del 4.807,5%, in modo da impattare sui bilanci, con la speranza di poter superare gli stress test, aggirando così la normativa europea sugli aiuti di Stato.
Salta all’occhio uno dei tre Saggi “Lucas Papademos”, banchiere Goldman Sachs ed ex vicepresidente della Bce. che prevede la redistribuzione delle quote Banca d’Italia entro due anni, in modo che nessuno ne possa detenere più del 5% e che i dividendi annuali non possano superare il 6%.
L’ennesima regalia del governo ai banchieri, stimato in 27 miliardi di euro tra rivalutazione delle quote (7,5 mld e 19,5 miliardi per le detrazioni fiscali sulle perdite), mentre famiglie e paese reale, strangolati dalle banche, sopportano i costi di una crisi sistemica che continua ogni giorno ad aggravarsi, lasciando sul suo cammino macerie e crescente disperazione.
giovedì 26 dicembre 2013
L'onorevole Titti Di Salvo del SEL non ci stà! Si sente ai lavori forzati, lavoro sottopagato a natale, anzichè godersi la propria famiglia.
Il motto della Di Salvo: «le brave ragazze vanno in paradiso, quelle cattive dappertutto».
L'onorevole Di Salvo Titti, in quota SEL, domenica nell' Aula di Montecitorio ha chiesto la parola, facendo un accorato appello, ai colleghi, ai gruppi e alla stessa presidente, perché accorciassero il più possibile la discussione sul decreto Salva Roma e consentissero ai “poveri” eletti di riposare la domenica e dunque di tornare a casa dalle loro famiglie in tempo per il Veglione di Natale.
L’onorevole di Sinistra e Libertà Titti Di Salvo. Responsabile d’Aula del gruppo di Nichi Vendola, compagna di partito tra l’altro della presidentessa della Camera Laura Boldrini. DICE : «Io ci tengo - ed è l’ultima cosa che voglio dire - a che tutti tengano in conto l’umanità delle condizioni di ciascuno»-«Io penso che sia importante stabilire un calendario che dia certezza alle persone della loro vita da qui in avanti».
L'onorevole Di Salvo sostiene che è una questione di certezze nella vita. e incalza: «È un elemento, quello della cura delle persone, altrettanto importante» - «Non si tratta di svalorizzare il lavoro politico, tutt’ altro, noi qui siamo, ma di dire anche che c’è una cura di rispetto tra di noi e per le persone che ciascuno di noi ha intorno a sé, le proprie famiglie, i propri cari, secondo me, questo è elemento di umanità è altrettanto importante». ha concluso la parlamentare alla prima legislatura. "Bene la politica, dice, ma anche il rispetto per i famigliari dei politici è importante".
Il discorso accorato è apprezzato da tutti i componenti specie dalla presidentessa Laura Boldrini.
Ruisi Francesco
lunedì 23 dicembre 2013
La poltrona della Kyenge Traballa
Il PD rinnega la creatura.
Il Pd la attacca: "Non basta piangere", alla Kyenge che si divide tra convegni e cene benefiche,probabilmente nessuno ha spiegato cosa vuole dire fare il ministro dell'Integrazione, sotto attacco anche del Pd, stufo del suo ministro. «La sua presenza nel governo non dev'essere solo un modo per ripulirsi le coscienze. Non basta piangere e condannare, deve dare risposte concrete ai migranti» la rimprovera il deputato Pd Kalid Chouki (che ieri si è recluso al Cie di Lampedusa, incassando la solidarietà di mezzo partito) diatribe in area "Turco" infatti la stessa ex ministra Livia Turco, che ha sponsorizzato la nomina della Kyenge presso Letta, fa una presa di coscienza, ammettendo i flop della KYENGE.
Diffidente lo stesso PD che Replica in modo unanime i buchi nell'acqua della ministro Kyenge non fanno presagire buoni risultati, anzi la Kyenge può nuocere gravemente alla salute del PD.
La Kyenge, prima firmataria come deputata soltanto di due disegni di legge e di una interrogazione, assente per missione. L' 89% del tempo, è molto impegnata in conferenze, convegni, cene benefiche,ecc... Dove arriva anche con tre auto di scorta, a sirene spiegate.
In questi giorni l'agenda della ministro prevede Inaugurazione Casa della Misericordia il 21 dicembre, Pranzo con i poveri di Padre La Manna il 25 dicembre, conferenza L'Italia del domani: c'è un futuro per i giovani? il 28, eccetera. Si difende la ministro Cecile Kyenge, replicando («Stiamo intensificando i lavori » Lo faremo entro i primi mesi del 2014).
Ruisi Francesco
domenica 22 dicembre 2013
ARRIVA IL REGALO DI NATALE DEL GOVERNO LETTA
LETTA E I SUOI REGALI
Per Natale, il Presidente del consiglio e il suo Governo ci regala la
mazzata fiscale, infatti nella legge di stabilità, e stata introdotta una sorta di “patrimonio permanente” ideata già da Mario Monti, difatti arriva la patrimoniale. Piccola, ma progressiva. Nel 2014 i cittadini dovranno tutti esborsare allo stato il 2 per mille dei propri risparmi. quindi fino ad oggi l'imposta di bollo su tutti gli strumenti finanziari, tranne i conti correnti,era fissata a 34,2 euro ( imposta fissa ). in sintesi è stata alzata l'aliquota dal 1,5 al 2 per mille, eliminando l'imposta fissa del 34,2 euro.
Di conseguenza, andremo a pagare le tasse sui
nostri risparmi, dal primo gennaio 2014 con l'aliquota del 2 per mille
annuo anzichè 1,5 per mille.
L’imposta di bollo viene prelevata su tutti i
depositi con saldo superiore a 5.000 euro e non solo sui guadagni ma sul totale
del deposito. Es. (su 10 mila euro si pagheranno 20 euro di bollo).
Al’imposta di bollo si va ad aggiungere il prelievo sulle
rendite, che portano alle casse dello stato una rendita totale pari al 27%. Es.
(su 10 mila euro investiti in obbligazioni che rendono 300 euro, le tasse
sono di 60 euro che aggiunte ai 20 euro del bollo fanno un totale di 80 euro
da pagare su 300 euro guadagnati).
Ruisi Francesco
martedì 17 dicembre 2013
Nuova stangata per le aziende. Spunta la tassa sugli stipendi (Francesco Ruisi Alcamo)
Il Governo si accinge al Regalo di Natale.
Una stangata per le aziende, spunta la tassa sugli stipendi.
Altro che taglio del costo del lavoro, qui si predica bene e si razzola male, il governo si inventa un prelievo dello 0.5% sul monte retribuzioni delle imprese.
l'emendamento a firma dell'esecutivo, va nella direzione opposta alla tanto sbandierata "Riduzione del costo del lavoro" da Enrico Letta.
Si tratta di un prelievo dello 0,5% del monte retribuzioni nelle aziende con più di 15 dipendenti, che non rientrano nella disciplina della cassa integrazione. il prelievo sul monte stipendi dello 0,5% , destinato a sostituire la cassa integrazione in deroga, lo pagheranno pro quota sia i datori che i dipendenti.
Questo è un aumento del costo del lavoro, il quale sarebbe stato più saggio evitarlo, considerato già la pesante pressione fiscale in capo alle aziende.
Ruisi Francesco
sabato 7 dicembre 2013
123.000 licenziamenti. crisi nel settore edile ancora perdite di posti di lavoro (Ruisi Francesco Alcamo)
L'occupazione nel settore delle costruzioni, tra settembre 2012 e settembre 2013, è diminuita del 7,1%, con una perdita di 123.000 occupati. Un calo che, sommandosi a quelli registrati dal 3° trimestre 2008, porta ad una diminuzione complessiva di 400.000 occupati nelle costruzioni (-20%).
In un anno, da settembre 2012 a settembre 2013, le imprese artigiane dell'edilizia sono calate del 4,3%. Da una statistica emerge un quadro con molte ombre, costellato da segni negativi: nel 2012 il valore aggiunto del settore è diminuito del 5,8% rispetto al 2011. Ma il calo aumenta vistosamente se si estende la rilevazione al periodo pre-crisi: dal 2007 al 2012, infatti, la perdita di valore aggiunto delle costruzioni tocca il 22,2%, il calo maggiore tra i settori economici che hanno perso in media il 6,6% del valore aggiunto. In calo anche i finanziamenti alle imprese di costruzione: tra giugno 2012 e settembre 2013 la flessione è stata del 2,8%. Credito più scarso, quindi, ma anche costoso, poiché i tassi di interesse pagati dagli imprenditori del settore si attestano al 7,48%, vale a dire 1 punto in più rispetto alla media di quelli applicati al totale delle imprese.
Tra tanti segnali negativi, per le costruzioni qualche luce si accende grazie agli incentivi per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica degli edifici. Infatti si rileva che, a ottobre 2013, sono 2.316.000 i proprietari di immobili orientati ad effettuare nei prossimi 12 mesi un intervento di manutenzione nella propria abitazione e, grazie alle misure introdotte dal Governo, il loro numero è aumentato del 37,4% (+ 631.000) rispetto a ottobre dello scorso anno. ''Una boccata d'ossigeno - per il comparto maggiormente colpito dalla crisi. Proprio a fronte di questa situazione, è più che mai necessario rendere stabili e permanenti gli incentivi per raggiungere più obiettivi: rilancio delle imprese delle costruzioni, riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio energetico e difesa dell'ambiente, emersione di attività irregolari''.
In questo quadro, calano le compravendite immobiliari che a settembre 2013 registrano un calo del 6,6% rispetto all'anno precedente: si tratta del settimo calo consecutivo dal primo trimestre 2009. Una diminuzione delle compravendite che si traduce in un consistente stock di case invendute, pari, nel 2012, al 64,4%. A spiegare il calo delle compravendite è l'andamento dei mutui. infatti, la flessione dello stock di mutui alle famiglie per l'acquisto di abitazioni: da agosto a ottobre è diminuito dell'1%, mentre nell'area euro è in crescita dello 0,9%. E anche per le famiglie il tasso d'interesse applicato sui mutui per comprare casa è maggiore di 54 punti base rispetto alla media dell' Eurozona: 3,31% a fronte del 2,77%.
Ruisi Francesco
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