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venerdì 27 dicembre 2013

I carbonari di Bankitalia, si spartiscono il bottino.






Il Babbo Letta  si veste di Natale, e regala  a BANKITALIA 7,5 miliardi  di € URO.


 L’assemblea dei partecipanti di Bankitalia, convocata due giorni fa con metodi carbonari, al riparo da tutto e da tutti, forse per potersi spartire meglio il bottino di 7,5 miliardi di euro del Babbo Natale Letta con un  colpo di mano cancella il trasferimento delle quote di Bankitalia allo Stato ed altri enti pubblici, per fare ritornare Banca d’Italia in mano pubblica, come previsto negli ordinamenti di tutte le principali Banche Centrali Europee (Bundesbank, Banca di Spagna, d'Inghilterra e di Francia, ecc.) di proprietà dello Stato, non poteva che svolgersi nelle segrete stanze del Palazzo Koch, per evitare ammissioni e domande imbarazzanti dei giornalisti, a cominciare dagli innumerevoli conflitti di interessi.
il ministro Saccomanni già direttore generale di Bankitalia,dopo aver insediato una commissione di tre ‘saggi’, ha regalato alle banche socie, in particolare a Banca Intesa con il 30,3% delle quote ed Unicredit con il 22,1%, valori gonfiati della rivalutazione, che passerà da 156.000 euro a 7,5 miliardi di euro, con un tasso stratosferico semplice del 4.807,5%, in modo da impattare sui bilanci, con la speranza di poter superare gli stress test, aggirando così la normativa europea sugli aiuti di Stato.
Salta all’occhio uno dei tre Saggi “Lucas Papademos”, banchiere Goldman Sachs ed ex vicepresidente della Bce.  che prevede la redistribuzione delle quote Banca d’Italia entro due anni, in modo che nessuno ne possa detenere più del 5% e che i dividendi annuali non possano superare il 6%.
L’ennesima regalia del governo ai banchieri, stimato in 27 miliardi di euro tra rivalutazione delle quote (7,5 mld e 19,5 miliardi per le detrazioni fiscali sulle perdite), mentre famiglie e paese reale, strangolati dalle banche, sopportano i costi di una crisi sistemica che continua ogni giorno ad aggravarsi, lasciando sul suo cammino macerie e crescente disperazione.



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