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sabato 29 marzo 2014

Indennità di maternità per libere professioniste



Indennità di maternità e libera professione: i chiarimenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali su come esercitare il diritto.

Anche le libere professioniste hanno diritto all’indennità di maternità da parte di un Ente previdenziale di categoria, ma solo se non svolgono altra attività di lavoro dipendente, autonomo, di imprenditoria agricola o commerciale.

A chiarire le procedure da seguire è il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con l’interpello n. 22 del 4 Luglio 2013.
Le libere professioniste esercitano il proprio diritto all’indennità di maternità inviando all’ente di categoria l’apposita domanda redatta ai sensi degli articoli 70 e 71 del Decreto Legislativo n. 151 del 2001 recante le disposizioni in materia di “tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53”.

Indennità spettanti

L’art. 70 prevede che:

«1. Alle libere professioniste, iscritte a una cassa di previdenza e assistenza di cui alla tabella D allegata al presente testo unico, è corrisposta un’indennità di maternità per i due mesi antecedenti la data del parto e i tre mesi successivi alla stessa.

2. L’indennità di cui al comma 1 viene corrisposta in misura pari all’80% di cinque dodicesimi del reddito percepito e denunciato ai fini fiscali dalla libera professionista nel secondo anno precedente a quello della domanda.

3. In ogni caso l’indennità di cui al comma 1 non può essere inferiore a cinque mensilità di retribuzione calcolata nella misura pari all’80% del salario minimo giornaliero stabilito dall’articolo 1 del decreto-legge 29 luglio 1981, n. 402, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 settembre 1981, n. 537, e successive modificazioni, nella misura risultante, per la qualifica di impiegato, dalla tabella A e dai successivi decreti ministeriali di cui al secondo comma del medesimo articolo».
Istruzioni per la domanda

L’articolo 71 stabilisce termini e modalità per la presentazione della domanda:

«1. L’indennità di cui all’articolo 70 è corrisposta, indipendentemente dall’effettiva astensione dall’attività, dalla competente cassa di previdenza e assistenza per i liberi professionisti, a seguito di apposita domanda presentata dall’interessata a partire dal compimento del sesto mese di gravidanza ed entro il termine perentorio di centottanta giorni dal parto.

2. La domanda, deve essere corredata da certificato medico comprovante la data di inizio della gravidanza e quella presunta del parto, nonché dalla dichiarazione redatta ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, attestante l’inesistenza del diritto alle indennità di maternità di cui al Capo III e al Capo XI.

3. L’indennità di maternità spetta in misura intera anche nel caso in cui, dopo il compimento del sesto mese di gravidanza, questa sia interrotta per motivi spontanei o volontari, nei casi previsti dagli articoli 4, 5 e 6 della legge 22 maggio 1978, n. 194.

4. Le competenti casse di previdenza e assistenza per i liberi professionisti provvedono d’ufficio agli accertamenti amministrativi necessari».

Nel caso i cui la libera professionista svolge anche un attività lavorativa subordinata con contratto part-time, allora, l'ente previdenziale principale, integra la parte di indennità fino alla  concorrenza della  misura minima prevista dall'ente che gestisce il sistema previdenziale della lavoratrice autonoma.

                                                                                                  Ruisi Francesco 


fonte ricci 

giovedì 27 marzo 2014

OBAMA IN ITALIA " L'OCCHIO DEL PADRONE INGRASSA IL CAVALLO"




















La stampa  americana  esalta l’incontro con   PAPA FRANCESCO  e in modi strategia  fa qualche  riga al vero fine di  questo  week end, che è servito  ad fare sentire in diretta   la voce grossa  da vero padrone.
Chiare, rimbombano le parole di Obama, nei padiglioni auricolari di Renzi, dicendo allo stile fiorentino a  NAPOLETANO  e ora che ti togli  dai coglioni, capite  l’italiano , le regole sono tre,  avanti tutta  con gli armamenti compresi gli F35, Il mercato del  gas deve cambiare, lo gestiamo noi, infine  NIENTE sconti sul debito pubblico.
"Mi fido di Renzi", assicura Barack Obama. E quindi avanti con gli F35 e la spesa per la difesa. Niente scherzi sulla Russia, dalla quale dobbiamo imparare a comprare meno gas. E basta con questa "falsa contrapposizione", come la definisce il capo della Casa Bianca, tra crescita e rigore di bilancio: ci vogliono entrambe.
Renzie,dal canto suo, non ha potuto che confessarsi un totale fan di Barack:"Obama è per me e per la mia squadra fonte di ispirazione e modello da emulare ‘Yes we can'".
Nel frattempo Papa Francesco,in mattinata, alle sette precise, coglie l’occasione  per fare una lavata di testa  ai  176 senatori, 298 deputati, 9 ministri e 20 sottosegretari che erano andati a messa da Bergoglio,il quale pur conoscendo la politica italiana da poco tempo, ha mollato loro un bel discorso sulla gravità della corruzione.
Non si può non notare,  il grande assente, Silvio Berlusconi, che pur di levarselo dalle palle, è stato convocato come testimone al processo di Bari sul giro di escort che avrebbero frequentato le sue residenze.

                                                                                                    Ruisi Francesco

martedì 25 marzo 2014

MATTEO RENZI SOTTO ESAME DA BARACK OBAMA






Renzi suda freddo, domani l’esame de Padrone, Barack Obama. Il terzo potere manda in campo  alla trattazione  della crisi OBAMA-PUTIN, l' innovato Silvio Berlusconi che ritorna sulla scena internazionale in veste di ambasciatore dell'amico Putin.  Silvio da subito mette i paletti - "Trovo controproducente e antistorica la decisione di escludere la Russia dal G8, fiero di ricordare il lungo e poderoso lavoro diplomatico portato avanti dall'Italia e dai governi da me presieduti per includere la Russia a pieno titolo nel consesso delle democrazie occidentali". Lo stesso addita  come  fattore scatenante  della crisi in atto tra America e Russia,   “Paolo Scaroni”, padron dell’ Eni che assecondò le politiche filorusse, oggi colpevole di tradimento per evere aperto il  Business del  gas a stelle e strisce che Obama vuole cominciare a vendere agli alleati con la scusa di renderli meno dipendenti da Putin.

Quindi Matteo Renzi  è sotto esame  dal capo della Casa Bianca, così come il  dossier energetico, oltre che sulle riforme economiche che ha in mente, d’altro lato  Renzi spera e attende una qualche benedizione elettoralmente spendibile.

Silvio incaricato a fare da PACERE, dimostra di rinascere nella  scena politica  internazionale, è come da buona cultura  commerciale  per dimostrare la disponibilità  ad OBArenzi, salva  il culo  al giovane premier. Dove era  a rischio  la riforma delle provincie, e dopo una mattinata in cui il ddl Del rio è andato sotto due volte in Commissione (decisiva l'assenza sbandierata come un trofeo da Mario Mauro), in Aula la pregiudiziale d'incostituzionalità dei grillini non è passata per soli quattro voti. Con la voce di un "soccorso azzurro" decisamente insistente.
                                                                                     Ruisi Francesco

domenica 23 marzo 2014

Blackrock, I padroni dell’ITALIA per colpa degli incompetenti uomini politici Italiani escono allo scoperto.



 Mps, IntesaSanpaolo e Unicredit, e stato solo l’inizio, ora i Blackrock  presenti come sceicchi  vogliono tutti  i«prodotti » made in Italy.
Il gigante americano - il più grande fondo finanziario del mondo - sta preparando l’assalto alle medie imprese italiane. Il colosso Usa ha allargato il suo portafoglio al 5,75% del Monte dei paschi di Siena e ora è il secondo socio della banca presieduta da Alessandro Profumo dopo la Fondazione di palazzo Sansedoni, scesa al 15%.
 Il portafoglio già pieno d’interesse per le banche della Penisola (secondo azionista sia di Unicredit col 5,2% sia di Intesa col 5%, è poco sotto il 5% in Ubibanca),oggi  per il listino di piazza Affari: Blackrock ha infatti una posizione di primo piano in Telecom (attorno al 5%), Generali (3%), Fiat Industrial (4%), Mediaset (2%) e ha circa il 5% di Atlantia, Azimut e Prysmian. Si registra anche  l’ingresso nel capitale di Rocca Salimbeni.
Larry Fink si trova alla guida  del colosso americano, abbile  ebreo californiano,  in 20 anni ha creato una realtà  da 4.300 miliardi di dollari di investimenti su scala globale
Fink non e solo anche lui deve obbedire ai signori Americani che lavorano con tanti uomini europei  per la conquista economica  del vecchio continente tenendo a bada  le varie scelte dagli stati che compongono  come la Germania o l’infuenza Russa, che potrebbero nuocere agl’affari USA.
 Quindi  una  ciambella di salvataggio arriva nelle mani di Renzi  tramite la combriccola Carrai /De benedetti/Padoan, infatti  potrebbe  scattare l’operazione «pmi». Il progetto, per ora a livelli embrionali, è allo studio con i vertici della Cassa depositi e prestiti. Pochi giorni fa, secondo indiscrezioni, emissari di Blackrock arrivati dalla sede di Londra hanno incontrato a Roma Bernardo Bini Smaghi, responsabile progetti speciali di Cdp. Sul tavolo, la creazione di un «fondo dei fondi» volto a incentivare il mercato dei mini bond. Si tratta di strumenti di indebitamento, sostenuti,ma senza successo, dal decreto «Destinazione Italia» varato a febbraio dal governo di Enrico Letta.
La Cdp sta passando al setaccio varie soluzioni volte ad aiutare le aziende per utilizzare queste speciali obbligazioni che hanno l’obiettivo di aggirare il credit crunch. I prestiti bancari ormai vengono sistematicamente negati e servono alternative per finanziare lo sviluppo delle imprese. La Cassa vuole sfruttare l’enorme liquidità inutilizzata di Blackrock e dare così un nuovo sostegno alle medie aziende del Belpaese. Il piano sembra trovare il gradimento del colosso Usa che, proprio per studiare a fondo l’eco - nomia italiana, ha intensificato le visite dentro i nostri confini: dal quartier generale londinese, i «pellegrinaggi» di manager Blackrock in Italia si sarebbero intensificati da inizio anno. D’altra parte, per comprare un titolo sul listino di piazza Affari bastano grafici e slide, mentre per investire nella cosiddetta economia reale serve una conoscenza diretta del territorio. E forse non è un caso che quest’anno la convention dei 150 top manager Blackrock si terrà in Italia, a Milano.
 I soldi americani potrebbero essere accompagnati da altre fonti di liquidità: la Cassa intenderebbe coinvolgere nel progetto enti di previdenza e fondi pensione. Alcuni approfondimenti su questa opzione dovrebbero essere al centro di una riunione, in programma l’1 aprile, tra l’alta dirigenza della Cdp e i rappresentanti della Covip, l’autorità di vigilanza sulla previdenza complementare.
Il tutto sotto l’attenta regia del presidente della spa controllata dal Tesoro, Franco Bassanini. Che sta progressivamente mutando la natura della Cdp. Senza dimenticare, che lo stesso esecutivo di Matteo Renzi scommette sulla Cassa per sbloccare definitivamente il pagamento dello stock di debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese.

lo stadio Lelio Catella al Pascolo delle pecore



    E in  condizioni  disastrose lo stadio di Alcamo  "Lelio Catella"

  A guardare lo stadio si vede un appezzamento di terreno  buono solo a fare pascolare le pecore , qualora esistesse  l’erba,  infatti si presenta  pieno di Buche, pozzanghere e avvallamenti , con il manto erboso inesistente, l’ impianto di drenaggio ormai  obsoleto quindi  mal funzionante, sono solo alcuni dei problemi che crucciano da molto tempo lo stadio alcamese "Lelio Catella".   E una  vergogna  mantenere lo stadio in tali  condizioni,senza contare   il fatto che, essendo l’impianto non utilizzabile, i vari campionati non verranno autorizzati   nello stesso, cosi perdendo oltre alla dignità   personale anche  un momento di attività economica  che ricade nel nostro territorio.
    Non si capisce   questa  cattiva gestione a quale fine  possa  giovare sia dal punto di vista sportivo che da quello  amministrativo,   e importante  capire perché  la manutenzione  dell’impianto sia stata affidata  alla stessa   società sportiva  ALCAMO CALCIO,  che di fatto hanno dimostrato di saper   traghettare  la squadra ad eccellenti risultati, ma nel contempo hanno  dato prova di non avere affatto  il pollice verde,   e poi saremmo curiosi di sapere a che prezzo. E che tipo di gestione oggi ha in mente di  adottare l'amministrazione.
 Noi pensiamo che  gli allenamenti possono anche essere svolti  altrove, per esempio al Maroso  altro impianto  in  nostra dotazione, adoperando l’impianto  Catella  solo per le partite di campionato e perché no, gestire lo stesso facendo sì che sia inserito nei circuiti del CONI , così ci guadagneremmo pure.
                                                                                  Ruisi Francesco

sabato 22 marzo 2014

ALCAMO CHE AFFONDA




Ma dove è,  il piano per lo sviluppo economico della città, tra cambi di figure  e di canotte,  non si vede nessuna linea programmatica  per lo sviluppo economico della città , si scrive fatto  su facebook su fatti  non risolti , ormai si litiga in ogni famiglia politica, per delle poltrone scassate,si fanno commissioni di inchieste  e proclami  confidenziali alle procure,  Vero!, tutti contro tutti ma  la città che  fine farà.   Assessori professionisti, bloccati,  come se il giorno del giuramento una stregoneria gli paralizza le menti ,  stessi  problemi ormai da  quarant’anni , in cancro   ad un’ aggravamento perenne , niente  interazione  scolastica , niente formazione  ne accompagnamento al lavoro,niente Lavoro,  niente di niente, in compenso tanto PITITTU,  eppure le soluzioni le abbiamo sotto il naso, allora perché le attività  sono perennemente congelate, quale  fantasma del passato   e  presente, si trova nei palazzi di città, e ormai da un po’ di tempo che la pianta organica va riformulata  , ma è come se si ha paura  di  quattro sciacalli che fanno i padroni, e no perché tirano le giacchette  e nemmeno per quattro marchette, e allora perché , ma le commissioni di inchiesta , non  INCHIESTANO. Consiglieri , Sindaco, Assessori, BASTA  E ORA  DI SVEGLIARSI , DIMOSTRATE DI ESSERE LIBERI DAGL’ORCHI, se ne avete il CORAGGIO,  in ogni caso  ricordateVi  che  si sta già pensando al nuovo rimpasto magari per il prossimo CARNEVALE.
                                                                               Ruisi Francesco       

mercoledì 19 marzo 2014

Renzi gioca allo scambio dei Marò











278 milioni di euro per comprare la libertà dei Marò

Indiscrezione dai palazzi, pare  che sia in atto uno scambio inconfessabile tra Italia e India.

Il governo di New Delhi ha annunciato ricorso contro la sentenza del tribunale civile milanese sull'affaire dei 12 elicotteri, quindi  se Renzi sta a Washington> i Marò stanno  a 278 milioni di euro.
Ecco L’idea  vincente che potremmo giocarci per riportare a casa Massimiliano e Salvatore.

Un do ut des inconfessabile - economico e giudiziario –, quello che potrebbe presto realizzarsi tra l’Italia e l’India. La ruota gira e finalmente il coltello dalla parte del manico sembra essere tornato nelle nostre mani. Dai giudici milanesi, lo zampino che potrebbe riconsegnarci i nostri marò. L’India presenterà ricorso in appello contro la sentenza del tribunale civile meneghino che ha respinto la richiesta del governo di New Delhi di incassare garanzie bancarie per 278 milioni di euro da Finmeccanica, relativamente alla cancellazione di un ordine per 12 elicotteri targati Agusta Westland. Il Paese asiatico ha stracciato il contratto da 753 milioni lo scorso gennaio, dopo che erano emerse presunte tangenti per 68 milioni che l’azienda avrebbe pagato a politici e funzionari indiani per ottenere la commessa. Una “partita” finita al centro di un’inchiesta per corruzione e che ha visto finire in carcere e sul banco degli imputati l’ex presidente del colosso della difesa Giuseppe Orsi.
Degli “apparecchi” destinati all’elitrasporto dei membri dell’esecutivo indiano ne sono stati consegnati solamente 3. “Solo” una trentina, invece, i milioni incassati dal governo del paese asiatico, che promette sì battaglia, ma potrebbe finalmente cedere e mollare la presa sui fucilieri di Marina. Perché se l’India vedrà respingersi anche il ricorso in appello, non avrà altra opportunità che cercare un accordo con l’Italia. Segreto, naturalmente. Complicato e perché no, illegale. Ma che conviene a tutti. Soldi freschi a loro, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre a noi. Un do ut des inconfessabile, per l’appunto. Ma per nulla impossibile. Il problema è soltanto uno: che la decisione dei giudici milanesi potrebbe non essere celere e arrivare non prima di 2 mesi. Troppo tempo per l’Italia e soprattutto per i nostri militari. In ostaggio in India da oltre 2 anni, avviliti, stanchi, ma sempre speranzosi in un cambiamento di rotta.
La cabala potrebbe sorridere a Renzi e al ministro degli Esteri Mogherini, che se dovessero riuscire a centrare quella che ormai sembra essere diventata un’impresa impossibile – riportare a casa i due marò – salirebbero all’onore delle cronache conquistando meriti e riconoscenze a non finire.
Ipotesi, supposizioni, o forse no. Ne sapremo di più tra un paio di settimane, probabilmente. Il governo italiano tenterà la via del dialogo. Che non significa però cedere a compromessi. Ma questa volta trovare una soluzione conviene a tutti.